Page 27 - La filosofia come esercizio spirituale.
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greche, la testimonianza di una intensa attività culturale, politica, religiosa e
atletica. Dall’altra, è sotto il periodo imperiale che fioriscono le scienze come
l’astronomia, con gli studi di Tolomeo e Aristarco, la matematica e la
meccanica con quelli di Archimede e, in età imperiale, la medicina ad opera
di Galeno. Inoltre, è in questo periodo storico che la Biblioteca di Alessandria
diviene uno dei centri culturali più importanti del mondo, con una collezione
inestimabile di testi di ogni tipo di sapere, purtroppo andata perduta.
A quanto mostra Hadot si potrebbero aggiungere due osservazioni.
Innanzitutto, ricondurre il ripiegarsi sull’interiorità come una semplice
risposta alla negazione delle libertà politiche significa non tenere in
considerazione il travagliato rapporto che, anche durante il regime
democratico, intercorreva tra i filosofi e il potere e il fatto che la filosofia non
abbia mai assunto un ruolo di rilievo all’interno del governo della città.
A questo proposito, è interessante la lettura della VII lettera di Platone data
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da Focault in un corso al Collège de France del 1982. Secondo il filosofo
francese, in questa lettera Platone delinea il particolare rapporto che
intercorre tra politica e filosofia, quando quest’ultima non vuole limitarsi a
semplice logos ma trasformarsi in ergon, compito concreto. Stando alla lettura
di Focault, Platone non parlerebbe di un intervento diretto del filosofo nella
politica, bensì di un’attività definita parresia, “discorso vero”, “discorso di
verificazione”, che consiste nel diagnosticare il male che colpisce la città
quando le cose vanno male, intervenendo indirettamente come consigliere, non
limitandosi a dire cosa dovrebbe essere fatto ma, soprattutto, perché dovrebbe
essere fatto. Una parresia che, nel versante opposto, ossia quello cinico,
assume il ruolo di coscienza critica rivelatrice, che si esprime nella forma
della sfida e della sragione ma che, pur essendo totalmente diversa da quella
platonica, rimane comunque esterna al mondo politico.
Da questo punto di vista, dunque, è vero che con il periodo monarchico e
imperiale sarà reciso il rapporto diretto dei cittadini con il potere, ma come
nell’età democratica i filosofi avranno modo di partecipare alla vita politica
in maniera indiretta tramite la parresia visto che, come si vedrà in seguito,
assumeranno il ruolo di consiglieri ed educatori.
Secondariamente, si può considerare la parziale perdita della libertà
politica come il motore che spinse i filosofi a scoprire un altro tipo di libertà:
la libertà interiore. All’interno della polis, infatti, la libertà di cui godevano i