Page 25 - La filosofia come esercizio spirituale.
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3. Esercizi spirituali e filosofia antica
«Ma voi che mi avete condannato voglio fare questa predizione su ciò che accadrà dopo. Io mi
trovo ormai su quel momento in cui gli uomini hanno soprattutto la capacità di fare predizioni, ossia
quando stanno per morire. Vi dico, o cittadini che mi avete condannato a morte, che subito dopo la
mia morte cadrà su di voi una vendetta, molto più grave, per Zeus, di quella che avete inflitto a me,
convinti di poter liberarvi dal rendere conto della vostra vita. Invece vi dico che vi accadrà proprio
il contrario. Molti saranno quelli che vi metteranno alla prova, ossia tutti quelli che io trattenevo, e
voi non ve ne rendevate conto. E saranno tanto più aspri, quanto più sono giovani; e voi vi
arrabbierete ancora di più! Infatti, se credete, col condannare a morte gli uomini, di impedire a
qualcuno che vi faccia rimproveri perché non vivete in modo retto, voi non pensate bene. Questo
modo di liberarsi non è certo possibile, né è bello. Invece è possibile, bellissimo e facilissimo non
quello di stroncare la parola degli altri, ma quello di cercare di diventare buoni il più possibile.
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Questa è la profezia che faccio a voi che mi avete condannato.»
Con queste parole, riportate da Platone ne l’Apologia, Socrate mette
sull’avviso i cittadini ateniesi su ciò che stanno attuando. Se, con la sua
condanna, il loro scopo è quello di mettere a tacere lo spirito nascente della
filosofia critica, stanno compiendo un grave errore, poiché dopo la sua morte
si alzeranno voci di dissenso ancora più aspre da quel gruppo di giovani che
ha educato.
Se questa sia una “profezia postuma” di Platone o se essa rispecchi
fedelmente le parole di Socrate al processo non è dato sapere, ma una cosa è
certa: alla morte di Socrate, le voci di dissenso si sono innalzate ancor più
numerose di quanto vaticinato dal condannato.
Con la morte del maestro, i discepoli di Socrate hanno dato il via a una
fertile ricerca etica, che ha portato alla ramificazione di numerose scuole di
pensiero e di vita, il cui ramo d’oro è rappresentato dalla filosofia platonica.
Anche quest’ultima infatti, che spesso è erroneamente stereotipata come una
filosofia astratta, metafisica e speculativa, in realtà affonda le sue radici
nell’esigenza di costruire nuovi valori
«sui quali erigere una società giusta, che non metterebbe mai a morte un filosofo.» 43
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Da Antistene e il cinismo ad Aristippo e il cirenaismo fino al discepolo
più illustre, Platone e il successivo platonismo, gli allievi di Socrate hanno