Page 20 - La filosofia come esercizio spirituale.
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Il testo mette in scena un banchetto tra amici, in cui ogni partecipante
fornisce la propria definizione di Amore (Eros). Sarà proprio Socrate a
proporre, per ultimo, la sua concezione, riportando un racconto non suo ma
della sacerdotessa Diotima.
Al contrario di quanto credono i più, sostiene Diotima, Eros non è un dio,
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bensì un daimon, un demone, qualcosa di intermedio tra mortale e immortale .
Stando al racconto di Diotima, Eros è figlio di Poros (Ricchezza,
Espediente, Abbondanza) e Penia (Povertà, Privazione), due genitori dalle
caratteristiche diametralmente opposte, che lo confinano in un limbo a metà tra
la ricchezza e l’abbondanza, la conoscenza e l’ignoranza, la mortalità e
l’immortalità.
Riportando le parole di un celebre passo del Simposio:
«In quanto figlio di Penia e di Poros, a Eros è toccato un destino di questo tipo. Prima di tutto è
povero sempre, ed è tutt’altro che bello è delicato, come ritengono i più. Invece è duro e ispido,
scalzo e senza casa, si sdraia sempre per terra senza coperte, e dorme all’aperto davanti alle porte
o in mezzo alla strada, e, perché ha natura della madre, sempre accompagnato con povertà. Per
ciò che riceve dal padre, invece, egli è insidiatore dei belli e dei buoni, è coraggioso, audace,
impetuoso, straordinario cacciatore, intento sempre a tramare intrighi, appassionato di saggezza,
pieno di risorse ricercatore di sapienza per tutta la vita [...]. E per sua natura non è né mortale né
immortale, ma in uno stesso giorno talora fiorisce e vive, quando riesce nei suoi espedienti, talora
invece muore, ma poi torna in vita, a causa della natura del padre.» 32
Come rileva Hadot, questo ritratto si addice alla perfezione anche a
Socrate, sempre innamorato e sempre scalzo, conosciuto per il suo stile di vita
frugale, per riuscire ad adattarsi in ogni condizione e per essere insidiatore dei
propri interlocutori con i suoi sofismi che mettono in mostra la loro
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ignoranza. Caratteristiche del personaggio che si possono ritrovare, oltre che
in Platone, sia nei Memorabili di Senofonte sia ne Le nuvole di Aristofane.
Descrizione di Eros-Socrate che è, allo stesso tempo, ritratto del nuovo
filosofo delineato dalla concezione socratica. Eros sta in mezzo a sapienza e
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ignoranza ; per la prima volta non si parla più di sophos, sapiente, bensì di
philosophos, amante della sapienza. Una differenza terminologica sostanziale,
poiché sancisce l’impossibilità dell’uomo di possedere la sapienza,
ridimensionando i suoi confini e facendogli comprendere che ad essa può
soltanto tendere. Uno sforzo che, per quanto dilatato all’infinito, non sarà mai
in grado di raggiungere l’obiettivo. Solo due categorie di esseri infatti