Page 94 - Dizionario di Filosofia
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— e quindi posteriore — nell’ordine reale.
Nella filosofia di Kant, sono nozioni a priori: lo spazio e il tempo, che sono gli
elementi a priori della conoscenza sensibile; le categorie, che sono le forme a
priori dell’intelletto; le idee della ragione (l’anima come sostanza, il mondo come
totalità, Dio).
Da Kant viene chiamato giudizio sintetico a priori quel giudizio in cui il predicato
aggiunge al soggetto un’idea nuova, senza che tuttavia questa derivi dall’esperienza.
APRIORISMO. Dottrina o metodo di ricerca fondato esclusivamente su princìpi a
priori, prescindendo dai dati dell’esperienza.
• Apriorismo dell’emozionale, espressione usata da Max Scheler (nell’opera: Il
formalismo nell’etica e l’etica materiale dei valori, 1916) per designare la sua
teoria secondo cui l’ambito dell’a priori non è riservato esclusivamente alla
ragione, ma esiste anche nella nostra vita emotiva, vale a dire nella nostra attitudine
ad amare, odiare, provare i diversi sentimenti.
Lo Scheler, contrapponendo questo apriorismo dell’emozionale all’apriorismo
razionale di Kant, afferma che è possibile condurre un’analisi fenomenologica
(secondo il metodo di Husserl) degli atti di sentire, amare, odiare, ecc.,
prescindendo cioè sia dalle specifiche organizzazioni dei portatori degli atti sia
dalla realtà degli oggetti, per elaborare quanto si trova nell’essenza di questi atti e
dei loro contenuti.
ARABA (FILOSOFIA). A partire dalla fine dell’antichità e fino al Rinascimento, la
filosofia orientale, e in particolare quella araba, costituì una corrente di pensiero di
grande importanza che influenzò profondamente lo Occidente ed ebbe in qualche
modo la funzione di legame e di transizione feconda tra il pensiero antico e quello
moderno. I primi contatti del pensiero arabo con quello occidentale, e greco in
particolare, avvennero nell’ambito della filosofia platonica, o meglio neoplatonica,
che ben si conciliava con le tradizionali esigenze mistiche della speculazione
orientale in genere. Decisivo fu tuttavia, anche per gli influssi sulla cultura
occidentale, l’incontro con Aristotele, le cui opere filosofiche e scientifiche furono
tradotte più volte, dapprima dal greco in siriaco, nel la Scuola di Edessa (431-489)
e nei monasteri di Siria, poi a Kennesre (nel VII sec.); in seguito dal greco o dal
siriaco in arabo a Bagdad, nel IX sec., dopo l’832. A partire da queste traduzioni di
Aristotele, spesso d’altronde tinte di neoplatonismo (influenza delle Enneadi di
Plotino, talvolta falsamente attribuite ad Aristotele), si svilupparono diversi sistemi
filosofici, sia mistici, sia decisamente naturalistici, e perfino materialistici. Al-Kindī
(morto nell’872) si interessò soprattutto di logica e di matematica e cercò di
analizzare l’essenza della dimostrazione e della definizione. Al’Ash’arī (873-935)
espose un sistema teologico in cui ha parte un atomismo talvolta paragonato a quello
di Epicuro. Al-Fārābī (morto verso il 951) creò una cosmologia ispirata ad
Aristotele, Platone e Plotino. Avicenna (Al-Husayn ibn Sīnā) [980-1037] fu uno
spirito universale, filosofo, matematico, medico, erudito, e il suo Canone della
medicina fece testo in Europa fino al XVII sec. La sua filosofia partiva
dall’aristotelismo, ma respingeva misticismo e teologia per orientarsi verso la