Page 93 - Dizionario di Filosofia
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la percezione è una qualità primaria, un’attività essenziale della monade, sia essa
uomo, pianta o animale; l’appercezione riguarda solo l’uomo ed è la consapevolezza
che egli ha delle sue percezioni. Kant distingue l’appercezione empirica, ovvero la
coscienza che il soggetto ha di ciascuna rappresentazione, dalla appercezione pura o
trascendentale, che è la sintesi cosciente che lo spirito opera sulle varie
rappresentazioni componendole tra loro; essa è « l’io penso » ed è un atto della
spontaneità, è originaria, perché è appunto quella autocoscienza da cui deriva la
possibilità della conoscenza a priori e che è il fondamento della costituzione unitaria
degli oggetti e dei rapporti che essi hanno tra loro. Maine de Biran chiama
appercezione interna immediata la coscienza che noi abbiamo dell’« io » come
forza.
Nella psicologia del Wundt, l’appercezione è il processo mediante il quale un
contenuto della coscienza viene portato a una maggiore chiarezza e comprensione,
per il concentrarsi dell’attenzione su di esso.
Per Herbart e W. James l’appercezione è il modo con cui noi riceviamo nella mente
cose nuove mettendole in rapporto con quelle che ci sono già note, cioè con
l’esperienza passata: essa si identifica quindi con il processo dell’apprendimento.
APPETIZIONE. Per Leibniz, azione del principio interno della monade che produce il
passaggio da una percezione all’altra.
APPRENDIMENTO. Processo di acquisizione di nuovi comportamenti che rendono più
agevoli i rapporti tra un individuo e il suo ambiente ed è stato oggetto di diversi
studi sperimentali sull’animale e sull’uomo.
Misurando i progressi ottenuti nel tempo e rappresentandoli con diagrammi
cartesiani, si ottengono le curve di apprendimento, che mostrano l’importanza della
ripetizione, di certe predisposizioni fisiologiche, delle « prove ed errori », dei
periodi di riposo dopo i quali i progressi diventano più rapidi, ecc. Dimostrano
inoltre che, in generale, il processo dell’apprendimento è determinato da riflessi
condizionati e corrisponde a una codificazione dell’insieme di impulsi nervosi
prodotti dagli stimoli esterni. Nel caso dell’apprendimento umano non si può
escludere l’esistenza di una scelta volontaria, con la rappresentazione mentale di un
modello che intendiamo imitare.
APPRENSIONE. Per gli scolastici, percezione intellettiva di un oggetto, successiva a
quella sensoriale, ma in cui non interviene ancora il giudizio (distinta per questo
dalla adesione).
a priori. Espressione lat. mediev. che significa da ciò che è prima, usata a indicare
ciò che è logicamente anteriore all’esperienza e che quindi la ragione trae da sé,
indipendentemente dall’esperienza. (Contr, a POSTERIORI.)
Nella filosofia medievale, si chiamava dimostrazione a priori quella che procede
dalle cause agli effetti, contrapposta alla dimostrazione a posteriori che procede
dagli effetti alle cause. L’espressione traeva origine dalla distinzione aristotelica tra
ciò che è primo secondo l’ordine di natura (la causa, l’universale) e ciò che è primo
rispetto a noi, più vicino alla sensazione (l’effetto, il particolare), ma che è derivato