Page 88 - Dizionario di Filosofia
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alla vera saggezza, l’errore e il peccato non possono più colpirci. Il saggio basta a
se stesso (ideale dell’autarchia) e non deve preoccuparsi delle convenienze e dei
doveri imposti dalla società: egli vive come meglio gli sembra e agisce
perfettamente poiché possiede la virtù. Dopo la morte di Socrate, Antistene aprì una
scuola in un ginnasio nella piazza di Cinosarge (donde probabilmente il nome di
cinica). Scrisse molte opere, che sono andate tutte perdute. Il suo discepolo più
famoso fu Diogene di Sinope.
Bibliogr.: Confronta anche la bibliografia alla voce Cinici; su A.: C. Chappuis,
Antisthène, Parigi 1854; G. M. Gillespie, The logic of Antisthenes, « Archiv für
Geschichte der Philosophie », 1913-1914; A. Levi, Le teorie metafisiche logiche e
gnoseologiche di Antistene, « Revue d’Histoire de la philosophie », 1930; C. A.
Viano, La dialettica stoica, « Rivista di filosofia », 1958; F. Caizzi, Antistene, «
Studi urbinati », 1964.
ANTISTORICISMO. Atteggiamento intellettuale e culturale di avversione e
incomprensione della storia, proprio di chi ammette l’esistenza di idee e valori
universali, validi in ogni tempo e luogo, prescindendo dalla loro genesi storica.
(Antistoricismo fu termine tipico della polemica antilluministica del Romanticismo,
ripresa da B. Croce, che definì l’Illuminismo « razionalismo astratto » e gli
contrappose lo storicismo, ossia « l’affermazione che la vita e la realtà è storia e
nient’altro che storia ».)
ANTITÈRRA, pianeta immaginario del sistema astronomico dei pitagorici detto da
loro Antichthōn (da antí, davanti, contro e chthôn, terra). Secondo l’esposizione di
Filolao, il centro dell’universo era occupato dal « fuoco centrale », intorno al quale
ruotavano, nell’ordine di distanza dal fuoco stesso, l’Antiterra, la Terra, la Luna, il
Sole, Mercurio, Venere, Marte, Giove, Saturno e le stelle fisse. L’Antiterra era posta
fra il fuoco centrale e la Terra (alla quale tuttavia era invisibile essendo l’ecumene
sempre rivolta verso l’esterno dell’orbita), e rappresentava la causa di alcune eclissi
lunari. L’introduzione di questo pianeta nel sistema astronomico dei pitagorici
rientrava nella loro interpretazione numerica del cosmo, nella quale il 10
rappresentava il numero perfetto; e tante erano con l’Antiterra, le sfere celesti.
ANTÌTESI. Proposizione opposta ad altra assunta come tesi. (Nella dialettica
hegeliana la tesi è il primo termine, l’antitesi la negazione del primo termine, la
sintesi l’idea superiore nella quale si conciliano la tesi e l’antitesi.) [V. ANTINOMIA,
DIALETTICA.]
ANTITIPÌA (gr. antitypía, resistenza). L’impenetrabilità e la proprietà di resistenza
della materia. Gassendi e altri avversari di Cartesio sostenevano che l’essenza dei
corpi non consiste solamente nell’estensione, ma che a questa bisogna aggiungere la
proprietà che essi hanno di escludere ogni altro corpo dallo spazio che occupano: si
tratta appunto dell’antitipia. Il termine venne usato, in senso più largo, anche da
Leibniz per indicare quell’attributo della materia per il quale essa è nello spazio,
rimane immobile senza un intervento esterno e oppone una resistenza passiva.
ANTONI (Carlo), filosofo italiano (Senosecchia. Trieste, 1896 - Roma 1959).