Page 99 - Dizionario di Filosofia
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sec. d.C. con il titolo complessivo di Organon*; la Metafisica*, la maggiore delle

          opere filosofiche, in quattordici libri; opere di scienze della natura (la Fisica*, in
          otto libri, Sul cielo*, in quattro libri, Sulla generazione e la corruzione, in due libri,
          Sulle  meteore,  in  quattro  libri);  un  gruppo  di  scritti  sugli animali  (Storia  degli
          animali,  in  dieci  libri, Le parti degli animali,  in  quattro  libri, Sulla generazione
          degli animali*, in cinque libri, Sulle trasmigrazioni degli animali, Sul movimento
          degli animali); Dell’anima (De anima*), in tre libri, cui si ricollega un gruppo di

          otto trattati minori, più tardi indicati con il titolo complessivo di Parva naturalia;
          opere  morali  e  politiche  (Etica  Eudemea*,  in  sette  libri, Etica  Nicomachea*,  in
          dieci  libri, Grande etica,  in  due  libri, Politica*,  in  otto  libri, Costituzione  degli
          Ateniesi*); la Retorica, in tre libri; la Poetica* (incompiuta). L’attività di Aristotele
          è stata prodigiosa: egli coltivò quasi ogni campo dello scibile e le sue opere hanno
          costituito per secoli l’enciclopedia del sapere umano. Non solo ci ha trasmesso la
          scienza  positiva  della  sua  epoca,  dovuta  sia  alle  ricerche  dei  precursori  e  dei

          contemporanei,  sia  alle  sue  osservazioni  originali  e  alle  indagini  compiute
          personalmente o con l’aiuto dei discepoli, ma ha mirato a costruire un sistema dello
          scibile improntato ad una visione organica dell’universo e fondato sulla più ampia
          conoscenza possibile dei fatti attinta dall’esperienza.
          Aristotele  è  da  considerare  l’iniziatore  degli  studi  scientifici  nel  campo
          dell’anatomia e della fisiologia comparate, della logica, della storia della filosofia

          ecc. Muovendo dal « realismo delle idee » del suo maestro Platone, che accentuava
          la  separazione  tra  mondo  intelligibile  e  mondo  sensibile, Aristotele,  criticandolo,
          elabora una teoria della conoscenza interamente nuova, e una teoria del concetto che
          non  è  più  metafisica,  ma  logica.  Mentre  per  Platone  le  idee  esistono  in  sé,
          eternamente, in un « mondo intelligibile » di cui il mondo sensibile non è che un
          riflesso imperfetto, Aristotele nega la separazione tra il mondo delle idee universali
          e il mondo degli oggetti individuali. Questa valorizzazione del concreto costituisce

          la nota dominante del suo sistema.
          Considerare  al  modo  di  Platone  le  idee  universali  come  sostanze  separate  per
          Aristotele è una inutile reduplicazione della realtà, né serve a spiegare la loro azione
          sulle cose, né il movimento e il divenire delle cose stesse. « Dire che le idee sono
          modelli, e che di esse partecipano tutte le altre cose, è un pronunziare frasi vuote e

          usare  metafore  poetiche.» Aristotele  concorda  con  Platone  nel  principio  che  solo
          l’universale è oggetto di scienza; ma l’universale, in quanto termine comune a più
          cose,  non  «  esprime  un  essere  concretamente  determinato,  bensì  una  certa  natura
          dell’essere  ».  L’essere  concretamente  determinato,  la  vera  ed  unica  realtà  è
          l’individuo; tuttavia ciò che gli dà attualità, che ne fa una sostanza, è l’universale,
          inteso  non  come  avente  un’esistenza  autonoma,  ma  come  una forma  immanente
          all’essere reale e concreto. « Le idee universali sono le sostanze stesse delle cose
          sensibili.» Perciò la scienza è scienza dell’universale concreto; essa è ad un tempo

          scienza del reale e scienza dell’universale.
          Se la forma è ciò che determina l’essere e ne costituisce l’essenza, la materia è ciò
          che viene determinato, ciò che serve da sostegno e sostrato. Ogni individuo è quindi
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