Page 100 - Dizionario di Filosofia
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costituito da una materia e da una forma. Il rapporto materia-forma serve a spiegare
non solo la struttura della sostanza, ma anche quella del movimento e del divenire.
Infatti la materia (hýlē) è l’« essere in potenza », che diviene « essere in atto » dopo
aver ricevuto la forma. « L’atto (enérgeia) sta alla potenza come il costruire al saper
costruire, l’esser desto al dormire, il guardare al tener chiusi gli occhi pur avendo la
vista, come l’oggetto cavato dalla materia ed elaborato compiutamente sta alla
materia grezza e all’oggetto non ancora finito.» Il divenire risulta dunque dall’unione
di una forma e di una « hýlē » atta a ricevere tale forma. In natura non esiste materia
senza forma, assolutamente indeterminata; esiste soltanto l’indeterminato relativo,
vale a dire ciò che è meno determinato di altro, e il divenire va dal meno al più
determinato, senza cessare con questo di coincidere con l’essere. Pertanto quella che
Aristotele chiama materia prima non è che un’astrazione, ossia il limite ideale
inferiore della gerarchia degli esseri naturali. Nemmeno verso l’alto la gerarchia
degli esseri naturali può andare all’infinito; essa mette capo ad un essere, Dio,
concepito come il motore e il fine ultimo dell’universo, ma che per sé è immobile,
perché ogni movimento implica un passaggio dalla potenza all’atto, mentre Dio è
pura forma e atto puro, in quanto non è mescolato con alcuna potenza, con alcuna
possibilità di ulteriore determinazione. Egli quindi non può essere che pensiero, e
l’oggetto del suo pensare non può essere altro che se stesso: Dio è pensiero di
pensiero. La dottrina di Dio, mentre conclude il sistema aristotelico del mondo, non
interviene direttamente nella spiegazione del reale, inteso come costituito da
individui concreti; rispetto ad essa hanno completa autonomia le scienze della natura
e dell’uomo.
Le nozioni fondamentali della metafisica e della « fisica », la dottrina della materia e
della forma, della potenza e dell’atto, sono anche i princìpi della biologia e della
psicologia aristoteliche. Un corpo organico è soltanto la materia di un essere
vivente; il principio della vita, la forma dell’essere vivente, è l’anima. « L’anima è
l’atto perfetto primo di un corpo naturale organico che ha la vita in potenza.»
Aristotele distingue diverse funzioni dell’anima (nutritiva, generativa, appetitiva,
sensitiva, motrice, intellettiva) e pone una gerarchia di anime in relazione alle
funzioni che ad esse competono nei diversi esseri viventi, dai meno perfetti ai più
perfetti (piante, animali, uomini). Ciò che occorre mettere in rilievo è la stretta
connessione che Aristotele ha stabilito fra tutti gli esseri viventi e, in particolare, tra
il mondo degli animali e quello dell’uomo.
Coerentemente a tutta la sua filosofia, Aristotele non pone alcun netto distacco tra le
due fondamentali funzioni conoscitive dell’uomo, la sensazione e il pensiero, anzi
afferma che tra esse esiste un’effettiva continuità. In opposizione all’innatismo
platonico, Aristotele non ammette la presenza o traccia di immagini o di idee
preesistenti nell’uomo al processo conoscitivo. Perciò pone nella sensazione
l’origine di tutte le nostre conoscenze: « Chi non percepisce sensazioni, non può
apprendere né comprendere nulla ». La facoltà sensitiva è la capacità del soggetto
senziente di accogliere in sé le forme delle cose senza la loro materia: « Il senso è il
ricettacolo delle forme sensibili senza la materia, come la cera riceve l’impronta