Page 105 - Dizionario di Filosofia
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infatti  la  lotta  contro  le  passioni  e  gli  impulsi  sensibili.  In  certi  atteggiamenti  dei

          filosofi  stoici  è  facilmente  ravvisabile  un  tendenziale  ascetismo.  Il  cristianesimo
          orientale, prima che trionfasse il monache-Simo benedettino, si manifestò spesso in
          forme di ascetismo radicale a opera di solitari, che si riducevano a vivere di stenti e
          di preghiere in luoghi deserti. In epoca moderna, ascesi ha conservato il significato
          di  esercizio  spirituale  in  senso  molto  lato,  come  impegno  morale,  sforzo  della
          volontà, ecc. Nella prima metà dell’Ottocento il filosofo tedesco Schopenhauer ha

          indicato nell’ascesi mistica il momento più alto della vita morale.
          ASCLÈPIO di Tralle, in gr. Asklēpíos, filosofo greco d’Alessandria, della fine del V
          sec.  d.C.  Ci  è  giunto  di  lui  un  commento  ai  primi  sette  libri  della  Metafisica  di
          Aristotele.

          ASEITÀ (dal lat. a se, da sé). Proprietà di un essere che ha in se stesso la ragione e il
          fine  della  propria  esistenza.  (Si  oppone  ad abalietà.)  Il  termine,  coniato  in  età
          medievale per indicare la caratteristica di  Dio, in quanto è causa di se stesso, fu
          ripreso in età contemporanea da Schopenhauer, che lo attribuisce alla volontà, intesa
          come vera e unica realtà in se stessa.

          ASSERTORIO. In logica, si dice di un giudizio che afferma o nega un predicato di un
          certo  soggetto,  senza  però  introdurre  tra  i  due  elementi  del  giudizio  un  legame  di
          assoluta necessità. Il giudizio assertorio è stato collocato da Kant tra i giudizi della
          modalità, che possono appunto essere problematici, assertori e apodittici: nei primi
          il  rapporto  tra  soggetto  e  predicato  è  posto  come  possibile  (domani  sarà  cattivo
          tempo), nei secondi il rapporto è inteso come reale e concreto (il sole risplende)

          senza  che  però  esso  abbia  una  assoluta  necessità;  infine,  nei  terzi,  il  rapporto  è
          necessario (ogni cerchio ha un centro). Sempre secondo Kant, il giudizio assertorio è
          possibile in base all’uso della categoria di esistenza che appunto permette giudizi
          reali ma non necessari; tali giudizi si riferiscono quindi a « verità di fatto ».
          Hegel,  per  il  quale  il  giudizio  coglie  l’essenza  della  realtà,  chiama  assertorio  il
          giudizio che esprime nell’attributo una determinazione di ciò che il soggetto deve

          essere; mentre cioè in Kant l’attività del pensiero è in certo modo ancora formale,
          per Hegel il pensiero, nelle sue manifestazioni, dispiega una attività che produce la
          realtà  e  la  coglie  nella  sua  essenzialità,  per  cui  il  concetto  non  è  solo  realtà  del
          pensiero ma coincide con l’essenza della cosa stessa.
          ASSIMILAZIONE.  Nella  logica,  procedimento  che  tende  dal  diverso  al  simile  e  si
          contrappone  a  differenziazione*.  Secondo  san  Tommaso,  processo  per  cui  tutte

          quante le creature tendono, nei limiti delle loro possibilità, ad adeguarsi a Dio.
          ASSIOLOGÌA o AXIOLOGÌA(dal gr. áxios, degno, valido e lògos, scienza). Dottrina dei
          valori.

          ASSIOLÒGICA (SCUOLA). V. BADEN (scuola di).
          ASSIÒMA (gr. axíōma - atos, da áxios, degno, valido). In matematica e in filosofia,
          proposizione evidente di per sé e che non ha bisogno di dimostrazione.
          Nelle matematiche si distinguono gli assiomi dalle definizioni e dai postulati. Dare
          come  assioma  questa  proposizione: La  linea  retta  è  il  più  corto  cammino  da  un
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