Page 106 - Dizionario di Filosofia
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punto all’altro, o le proposizioni seguenti: Lo spazio ha tre dimensioni; lo spazio è

          omogeneo; in un piano, per un punto fuori da una retta si può condurre una e una
          sola parallela a questa retta, significa confondere ordini di idee diverse.
          Infatti  i  veri  assiomi  sono  universali,  cioè  comuni  a  tutte  le  specie  di  grandezze,
          mentre le proposizioni precedenti concernono soltanto grandezze geometriche; sono
          analitici,  l’attributo,  cioè,  ne  ripete  il  soggetto;  hanno  una  evidenza  logica,  sono
          intuizioni  puramente  intellettuali,  mentre  le  proposizioni  sopra  esaminate  hanno

          un’evidenza  sensibile  ed  esprimono  soltanto  intuizioni  della  percezione  esterna.
          Chiameremo dunque assiomi solamente proposizioni come le seguenti: Due quantità
          uguali a una terza sono uguali fra loro; due quantità di cui una è uguale e l’altra
          disuguale a una terza, sono diverse fra loro; la parte è minore del tutto.
          Notiamo che si tratta di espressioni particolari del principio di identità; dire che due
          quantità  eguali  a  una  terza  sono  eguali  fra  loro  è  come  dire  che due  quantità
          eguali  sono  eguali,  poiché  il  fatto  di  avere  per  misura  una  terza  quantità  è  la

          definizione stessa di eguaglianza. Analogamente dire che la parte è minore del tutto
          è come dire che la parte è la parte perché per una quantità essere più piccola di
          un’altra vuol dire avere con questa un rapporto di contenuto a contenente. Secondo
          Leibniz, è possibile dare una dimostrazione degli assiomi, riportandoli al principio
          d’identità;  ma  tale  dimostrazione  è  talmente  semplice  da  risultare  praticamente
          inutile, così che si può dire che gli assiomi sono evidenti per se stessi.

          Tuttavia questa convinzione (dell’evidenza immediata degli assiomi), rimasta salda
          per  tanti  secoli,  è  stata  messa  in  dubbio  dalla  matematica  e  dalla  filosofia
          contemporanee.  La  costruzione  di  geometrie  non  euclidee  ha  dimostrato
          concretamente  che  si  può  rinunziare  ad  alcuni  di  quelli  che  Euclide  considerava
          assiomi  (chiamati  da  lui nozioni comuni);  lo  stesso  assioma il  tutto  è  maggiore
          della parte si è dimostrato che non è verificabile quando si applica a insiemi infiniti.
          Perciò  la  logica  contemporanea  non  fa  più  distinzione  tra  postulati  e  assiomi  e

          considera  sia  gli  uni  sia  gli  altri  come  convenzioni.  Da  questo  punto  di  vista  il
          concetto di assioma perde il significato di proposizione evidente per se stessa per
          indicare invece ciascuna delle proposizioni primitive che vengono poste alla base di
          un sistema formalizzato: la scelta degli assiomi come premesse e regole del sistema
          è  quindi  arbitraria  (anche  se  sottostà  a  certe  condizioni  ed  esigenze,  quali  quelle

          della coerenza o compatibilità, della completezza, e della reciproca indipendenza) e
          la loro validità non è data dal significato intuitivo dei termini che li compongono in
          quanto gli assiomi stessi sono soltanto relazioni tra « simboli » privi di qualunque
          riferimento  intuitivo,  e  perciò  tali  da  prestarsi  a  molteplici  interpretazioni  (dette
          modelli). Il criterio per giudicare l’opportunità della scelta di certi assiomi per un
          sistema e la loro validità è dato dall’adeguatezza del sistema a rappresentare una
          teoria concreta, un dato settore dell’esperienza. (V. ASSIOMATICA.)
          • Assiomi dell’intuizione sono stati chiamati da Kant quei principi dell’intelletto che

          servono  a  regolare  l’applicazione  delle  categorie  della  quantità  (unità,  pluralità,
          totalità) ai dati dell’esperienza.
          ASSIOMÀTICA. Studio analitico preliminare all’esposizione logica di una branca di
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