Page 108 - Dizionario di Filosofia
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manifestazioni più elevate, si svolge attraverso evocazioni associative automatiche
determinate dall’ordine in cui si sono succedute anteriormente le nostre impressioni
nervose e le sensazioni concomitanti. Per quel che riguarda la conoscenza, esiste
un’operazione che sembra particolarmente arduo ricondurre a un’evocazione
automatica: si tratta del ragionamento, che è avvertito dalla coscienza essenzialmente
come sforzo di riflessione volontaria. Ma, secondo l’associazionismo, i princìpi che
stanno alla base del ragionamento (princìpi d’identità, di causalità, ecc.) derivano
già da precedenti associazioni, stabilitesi nello spirito umano in seguito
all’accumularsi delle esperienze, sia dell’individuo (Stuart Mill), sia della specie
(H. Spencer). In questo modo, anche ammettendo che il ragionamento non si
riconduca a una semplice evocazione associativa, esso si fonda pur sempre su
giudizi che sono il risultato di associazioni. « Nello stesso modo », dice Spencer, «
in cui l’essere vivente subisce e riflette tutte le variazioni del suo ambiente, così
l’essere pensante deve riflettere gli avvenimenti esterni, successivi e simultanei:
l’intelligenza è una corrispondenza. » La teoria associazionistica è strettamente
connessa con la spiegazione del principio di causalità: l’ordine regolare e costante
nella successione dei fenomeni esterni fa sì che la mente associa all’idea di
successione (intesa come contiguità nel tempo e nello spazio) l’idea di causa (intesa
come connessione necessaria tra fenomeni contigui).
Tuttavia Spencer considera i princìpi della ragione non come risultati delle
esperienze delle generazioni anteriori, ma come innati, grazie all’ereditarietà, negli
individui attuali. Per la forma che egli ha dato alla teoria dell’associazione, Spencer
ha dunque conciliato con l’empirismo la teoria dell’innatismo. L’associazionismo è
stato criticato da alcuni filosofi vitalisti e dinamisti, come il Bergson, e dagli
psicologi della forma*, che gli rimproverano di disconoscere le sintesi preesistenti
agli elementi. Resta tuttavia il fatto che l’associazionismo è stato il primo tentativo
fatto nell’ambito di una psicologia obiettiva e scientifica di dare un’unica
interpretazione della vita psichica.
Bibliogr.: D. Hartley, Observations on man, his frame, his duty, and his
expectations, Londra 1749; J. Mill, Analysis of the phenomena of the human mind,
a cura di J. Stuart-Mül, 2 voll., Londra 1869; H. C. Warren, A history of the
association psychology, Nuova York 1921; G. Murphy, An historical introduction
to modern psychology, Londra 1928; G. S. Brett, History of psychology, a cura di R.
S. Peters, Londra 1953; D. W. Hamlyn, Sensation and perception. A history of the
philosophy of perception, Londra 1961.
ASSOLUTO. Designa ciò che è indipendente da ogni relazione con altro da sé, e cioè:
a) ciò che esiste in sé, indipendentemente dalla rappresentazione che se ne ha
(materia e divenire di Eraclito; Bene di Platone; « cosa in sé » di Kant; b) ciò che
esiste da se stesso e non ha bisogno di niente altro per esistere (sostanza causa sui
di Spinoza, che egli chiama Dio o Natura); c) ciò che è perfetto, totale, compiuto
nella sua pienezza (Essere di Parmenide; Dio o Natura di Spinoza; Dio di
sant’Anselmo e di Cartesio; Spirito assoluto di Hegel).
La nozione di assoluto può dunque assumere significati diversi a seconda dei filosofi