Page 938 - Dizionario di Filosofia
P. 938

scritti  del  filosofo  fissato  nel  i  sec.  a.C.  nell’ambito  della  scuola  peripatetica,
          venivano « dopo » (in gr. metá) i libri di fisica. Non si tratta di un’opera organica,
          ma  di  un  complesso  di  libri  composti  in  epoche  diverse,  alcuni  ricavati
          probabilmente  dalla  giustapposizione  di  scritti  precedenti  del  filosofo,  come  è
          provato  (secondo  W.  Jaeger)  dall’oscillazione  fra  la  filosofia  prima  (così  è
          designata  da  Aristotele  la  «  metafisica  »)  intesa  platonicamente  come  scienza

          dell’essere  sommo  (teologia)  e  la  filosofia  prima  intesa  come  scienza  delle
          determinazioni fondamentali dell’essere (ontologia). Nel libro i, dopo che sono stati
          fissati i quattro principi costitutivi o cause della realtà, vengono criticate le dottrine
          precedenti, da Talete a Platone. Il libro π è dedicato a mostrare le difficoltà insite
          nell’assunzione  di  serie  illimitate  di  cause.  I  libri III  e IV  affrontano  i  molteplici
          dubbi intorno alla possibilità di costruire una scienza dei principi. Il libro v contiene
          alcune  sottili  precisazioni  terminologiche,  volte  a  chiarire  l’ambiguità  di  parole

          come  principio,  causa,  ecc.  Il  libro VI  affronta  il  problema  dell’oggetto  della
          filosofia prima. I libri VII, VIII e IX contengono la dottrina fondamentale della sostanza
          come sinolo di potenza e di atto. I libri x e XI sono dedicati alle difficoltà inerenti al
          rapporto fra l’uno e i molti e alle nozioni di movimento e di infinito. Il libro II prende
          in esame le diverse specie di sostanza e si conclude con la teoria di Dio come atto
          puro,  pensiero  che  pensa  se  stesso.  I  libri XIII  e XIV  contengono  una  critica  della

          dottrina platonica delle idee e la teoria aristotelica dei numeri e della matematica.
          Micromèga  (Micromégas),  racconto  filosoficosatirico  di  Voltaire  (1752).
          Micromega  (il  cui  nome  significa piccologrande),  abitante  della  stella  Sirio,  alto
          ben otto leghe, arriva sulla Terra insieme con il segretario perpetuo dell’Accademia
          di Saturno, alto appena 6.000 piedi. Quando i due viaggiatori dello spazio riescono a

          comunicare  con  gli  uomini,  le  concezioni  metafisiche  di  questi,  ispirate  ad
          Aristotele,  Malebranche  e  a  Leibniz,  li  lasciano  piuttosto  sconcertati,  mentre  le
          affermazioni  fondate  sulla  filosofia  di  Locke  e  sulle  conoscenze  scientifiche
          incontrano  il  loro  consenso.  Ritornando  sulla  sua  stella,  Micromega  lascia  agli
          scienziati della Terra un libro, destinato a svelare il « fine delle cose”, ma questo si
          rivela composto solo di pagine bianche.

          L’opera,  in  cui  sono  evidenti  echi  del Gulliver di  Swift, accanto alla satira delle
          teorie pompose e della boria metafìsica, sviluppa il tema della piccolezza dell’uomo
          e della modestia del suo sapere.
          Milindapañha (Le domande di Milinda [Menandro]), dialogo filosofico di autore
          ignoto,  conservato  in  una  versione  pāli  ma  risalente  a  un  originale  sanscrito.

          Contiene una serie di conversazioni tra il re indogreco Menandro (II sec. a.C.) e il
          monaco  buddhista  Nagasena,  il  quale  riesce  infine  a  convertire  il  sovrano  alla
          propria  fede.  Pur  non  facendo  parte  del  canone,  è  una  delle  più  autorevoli
          esposizioni dei dogmi del budismo indiano. La sua forma dialogica ha fatto pensare,
          a torto, a un influsso dei dialoghi platonici.

          Miseria della filosofia (LA) [La  misere  de  la  philosophie],  opera  di  Karl  Marx,
          scritta  in  francese  e  pubblicata  nel  1847  in  polemica  contro  le  concezioni
   933   934   935   936   937   938   939   940   941   942   943