Page 935 - Dizionario di Filosofia
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stesso. Nella seconda parte vengono portate alla luce le implicazioni più rilevanti di

          questa impostazione di base. In primo luogo, se il giudizio definitorio coincide con il
          giudizio  individuale,  la storia  si  identifica  con  la filosofia.  Ulteriori conseguenze
          sono l’affermazione del carattere pratico delle scienze naturali, intese come contesto
          di  concetti  empirici  (cioè  di  generalità  prive  di  universalità),  e  l’identificazione
          degli  enti  matematici  con  gli  pseudoconcetti  astratti.  La  terza  parte  è  dedicata
          all’analisi dell’errore e della sua fenomenologia. Se l’errore fosse pura negatività,

          ogni  discorso  su  di  esso  sarebbe  privo  di  senso:  del  nulla  non  si  danno
          qualificazioni.  Ma  l’errore  esiste  ed  è  positività,  risultato  anch’esso  dell’attività
          dello spirito. E poiché lo spirito teoretico non può produrre che verità, ne segue che
          l’errore deve derivare dallo spirito pratico, e precisamente dal momento economico
          di  esso.  La  quarta  parte,  infine,  ripercorre  la  storia  della  logica  da  Socrate  alle
          dottrine  moderne.  Di  fronte  ai  tentativi  di  dare  una  veste  e  un  rigore  nuovo  alla
          logica formale il Croce resta in una posizione di irriducibile diffidenza. La logica

          matematica  è  liquidata  con  la  battuta  secondo  la  quale  i  suoi  cultori  sono  «  tutto
          affaccendati  nel  procurare  una  teoria  del  pensiero  dalla  quale  ogni  pensiero  sia
          lontano ».
          Il  Croce ritiene di aver riscattato, con la sua Logica, la dignità e l’autonomia del
          pensiero,  ridotto  dai  positivisti  a  mortificata  manipolazione  di  classificazioni
          empiriche e di astrazioni matematiche e per reazione sostituito dagli antipositivisti

          con surrogati irrazionalistici, come l’intuizione. Ma proprio perché più strettamente
          legata alla contestazione delle idee dominanti del suo tempo, la Logica appare oggi,
          pur  nel  suo  innegabile  vigore  speculativo,  come  la  più  datata  forse  delle  grandi
          opere crociane.
          Lun-yü (Conversazioni), raccolta di dialoghi avuti da Confucio con i suoi discepoli

          su argomenti disparati e di annotazioni su detti e abitudini del maestro. Il testo, che
          conserva la freschezza e l’immediatezza del linguaggio parlato, è di grande interesse
          per la conoscenza della personalità di Confucio; è uno dei « Quattro libri ».

          Manifesto del partito comunista, opera di Marx ed Engels, pubblicata a Londra alla
          fine di febbraio del 1848. È divisa in quattro capitoli. Il primo, intitolato « Borghesi
          e proletari », spiega come la divisione in classi antagonistiche sia sempre stata la
          legge fondamentale di ogni tipo di organizzazione storica della società. Il secondo, «

          Proletari e comunisti », sottolinea la funzione di « avanguardia della classe operaia »
          del partito comunista ed espone i punti fondamentali del programma di quest’ultimo:
          abolizione  della  proprietà  privata  dei  mezzi  di  produzione,  instaurazione  della
          proprietà  collettiva,  conseguente  capovolgimento  rivoluzionario  di  tutti  i  rapporti
          economici, sociali e giuridici. Il terzo, « Letteratura socialista e comunista », critica
          l’utopismo  delle  altre  correnti  socialiste.  Il  quarto,  «  Posizione  dei  comunisti  di

          fronte ai diversi partiti di opposizione », accenna alle alleanze dei comunisti con i
          movimenti democratici in vari paesi del mondo. L’opera si apre con la celebre frase:
          «  Uno spettro s’aggira per l’Europa: lo spettro del comunismo », e si chiude con
          l’appello: « Proletari di tutti i paesi, unitevi! ».
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