Page 933 - Dizionario di Filosofia
P. 933

invece dalla identità delle forme a priori dell’io con la struttura della realtà, rivelata

          dall’«  esperienza  primitiva  ».  Le Lettere  contribuirono  notevolmente  a
          sprovincializzare la cultura filosofica italiana.
          Leviathan o La materia, forma e potere di uno Stato, ecclesiastico e civile, opera
          filosofica di Hobbes, pubblicata in inglese nel 1651 e in latino nel 1668. Il trattato è

          diviso  in  quattro  parti,  dedicate  rispettivamente  all’uomo,  allo  Stato,  allo  Stato
          cristiano  e  al  regno  delle  tenebre.  Hobbes  comincia  con  l’affermare  che  esistono
          solo  corpi  materiali,  che  l’uomo  è  un  corpo  naturale  dotato  della  capacità  di
          produrre  corpi  artificiali,  che  tutte  le  conoscenze  derivano  dalle  sensazioni  e  che
          tutte le azioni sono dirette a conseguire il piacere e a evitare il dolore. Fra i corpi
          artificiali  creati  dall’uomo  va  annoverato  lo  Stato.  Nello  stato  di  natura,
          caratterizzato dalla incontrollata manifestazione degli istinti vitali dei singoli, vige la

          guerra di tutti contro tutti (bellum omnium contra ommes) e ogni uomo è lupo per
          l’altro  uomo  (homo  homini  lupus).  Ma  poiché  l’uomo  è  portato  dalla  ragione  a
          temere come male supremo la propria distruzione, la stipulazione di un patto sociale
          è un atto necessario: nasce così lo Stato, che assomma in sé tutti i poteri. Il sovrano,
          sia esso un monarca o una magistratura collettiva, dispone del corpo e dell’anima dei
          sudditi. La sottomissione di questi non può essere che totale e la disobbedienza è

          giustificata solo nel caso in cui lo Stato venga meno alla sua funzione di garante della
          pace interna e dell’integrità dei singoli. Per l’enormità dei poteri che gli competono,
          Hobbes designa lo  Stato, nel titolo e qua e là nel corso dell’opera, col nome del
          mostro biblico Leviathan. Il trattato, che nacque in un’epoca di crisi profonda delle
          istituzioni  politiche  inglesi,  è  considerato  come  la  più  robusta  e  coerente
          teorizzazione dell’assolutismo.

          Libri quattuor sententiarum (Quattro libri di sentenze), opera di Pietro Lombardo,
          scritta fra il 1150 e il 1152. È una delle più antiche e celebri enciclopedie filoso
          fico-teologiche medievali e fu redatta con l’intento di presentare in forma obiettiva
          le posizioni assunte dai padri della Chiesa sui grandi temi dottrinari: Dio (1. i); la
          Grazia e il peccato originale e attuale (1. II); l’incarnazione, la redenzione, la virtù e

          i comandamenti (1. III); i sacramenti (1. IV). Per lo spirito conciliativo che la anima,
          per  l’assenza  di  ogni  pericoloso  radicalismo  dialettico e  per  la  fedeltà  alla  linea
          dell’ortodossia, l’opera ebbe una fortuna eccezionale e restò per molto tempo, anche
          in conseguenza dell’approvazione data dal 4° Concilio lateranense alle tesi in essa
          sostenute, il testo d’obbligo delle scuole teologiche medievali.

          Lieh-tzû (Il  libro  del  maestro  Lieh),  raccolta  molto  composita  di  leggende  e  di
          scritti  filosofici  illustranti  la  dottrina  taoista,  attribuita  dalla  tradizione  a  un
          personaggio di nome Lieh, che sarebbe vissuto nel IV sec. a.C.
          Lineamenti della filosofia del diritto (Grundlinien der  Philosophie des  Rechts),
          opera  di  Hegel,  pubblicata  nel  1821.  Pur  ammettendo  che  nel  diritto  si  realizza

          l’esistenza storica della libertà, Hegel contesta che l’idea del diritto comprenda solo
          il sistema delle norme giuridiche. Queste ultime, prese a sé, costituiscono il diritto
          astratto, la cui antitesi dialettica è la moralità: nella forma del primo la libertà si
   928   929   930   931   932   933   934   935   936   937   938