Page 928 - Dizionario di Filosofia
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un lato, dall’altro Gorgia, spalleggiato dai discepoli Callide e Polo. La discussione

          iniziale  verte  intorno  al  valore  della  retorica,  il  possesso  della  quale  consente
          all’uomo  politico  di  raccogliere  consensi  e  all’avvocato  di  vincere  le  cause.  Per
          Gorgia la retorica è, per così dire, una tecnica neutra: può servire a imporre la verità
          e  l’errore,  il  bene  e  il  male.  Per  Socrate,  al  contrario,  la  retorica  trionfa  con
          l’inganno sulla debolezza critica delle anime semplici e non può mai dare la felicità,
          perché l’ingiustizia (ovvero la prevaricazione) rende in primo luogo infelice colui

          che la commette. Quest’ultimo punto è contestato da Callide, il teorico della giustizia
          come « diritto del più forte ». Se si ritorna alla legge di natura, liberandosi dalla
          degenerazione apportata dalle convenzioni umane, si vedrà che il più forte (nel senso
          indeterminato del più abile, « il migliore ») ha in quanto tale il diritto di dominare i
          più deboli e che la felicità nasce dall’assecondare questa ovvia necessità naturale.
          Segue la confutazione socratica di questa pericolosa dottrina.  Il dialogo si chiude
          con la visione del destino delle anime dopo la morte: i giudici Radamanto, Eaco e

          Minosse destinano all’« isola dei beati » le anime dei giusti, al Tartaro quelle degli
          ingiusti.
          Grande logica,  titolo  abbreviato  sotto  cui  è  nota  l’opera  di  Hegel Scienza  della
          logica*  (1812-1816),  per  distinguerla  dalla  più  succinta  trattazione  contenuta

          nell’Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio (1817).
          Huai-nan-tzû ([Il libro del] maestro di Huai-nan), opera filosofica cinese scritta
          nel II sec. a.C. da Liu An, principe di Huai-nan. Il libro, che riferisce discussioni sul
          Tao  fra  l’autore  e  alcuni  suoi  amici,  è  importante per la storia delle idee e delle
          conoscenze  scientifiche,  soprattutto  delle  dottrine  cosmologiche.  L’ispirazione

          prevalente è quella taoista.

          Identità e Realtà (Identité et Réalité), opera di E. Meyerson, pubblicata nel 1908,
          nella  quale  l’autore  espone  la  sua  concezione  della  conoscenza  scientifica.
          Polemizzando contro il positivismo in genere e contro il convenzionalismo di Mach,
          Meyerson  sostiene  che  la  scienza  non  si  limita  a  costruire  relazioni  tra  i  fatti
          (rapports  sans  supports),  ma  tende  per  la  sua  stessa  natura  alla  conoscenza
          intrinseca dei fenomeni. Essa si avvicina a questa conoscenza reale attraverso uno
          sforzo continuo di « identificazione » delle cause con gli effetti, al quale resistono

          peraltro « gli irrazionali », e cioè quegli aspetti qualitativi della realtà che risultano
          irriducibili all’identificazione. L’unità di scienza e filosofia è fondata sull’unità del
          procedimento conoscitivo, che è per ambedue l’identificazione.

          Ideologia tedesca (L’) [Deutsche Ideologie], opera di Marx e di Engels, scritta nel
          1845-1846 e pubblicata integralmente per la prima volta in URSS nel 1932. L’opera
          è un « regolamento di conti » con pensatori come Feuerbach, Stirner, Bruno Bauer,
          Grün, Hess e con i « giovani hegeliani » in genere, i quali tutti ebbero una funzione
          stimolante  nella  formazione  intellettuale  dei  due  autori.  A  Feuerbach  viene
          rimproverato  il  pregiudizio  di  una  «  natura  umana  »  ferma  in  una  immobilità
          sovrastorica; agli altri l’illusione idealistica, che li porta a non vedere che è la vita
          materiale a determinare la coscienza, e non viceversa.
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