Page 934 - Dizionario di Filosofia
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attua solo come garanzia della proprietà privata, mentre la sfera di competenza della

          seconda è la cosiddetta libertà interiore. La sintesi di tali due opposte astrattezze è
          l’eticità: in questa i limiti dell’impulso naturale e della vuota e impotente interiorità
          vengono superati e dissolti nella concretezza del costume e delle istituzioni storiche
          dell’umanità,  mentre  l’apparente  contrazione  della  libertà  del  singolo  si  traduce
          nell’autentica libertà dell’universale soggetto assoluto. Nella sua esistenza storica il
          soggetto  assoluto  è  il  popolo,  o  per  meglio  dire  lo Stato,  nel  quale  l’essenza

          spirituale  della  comunità  nazionale  trova  la  propria  piena  attuazione.  Lo  Stato  è
          sintesi  dialettica  di  due  momenti  parziali  e  astratti  dell’eticità:  la famiglia,  nella
          quale il puro fatto di consanguineità diventa valore etico attraverso il matrimonio, e
          l a società  civile,  che  incorpora  e  armonizza  il  lavoro  e  i  bisogni  dei  singoli
          nell’organicità dei rapporti economici. Ma la realtà della libertà concreta è lo Stato,
          « Dio reale », che ha il suo fondamento solo in se stesso, nella sostanza etica di cui è
          portatore,  e  non  già  in  un  presunto  consenso  dei  singoli,  come  sostiene  la  teoria

          contrattualistica.  Ogni  forma  di  organizzazione  costituzionale  dello  Stato  è
          accettabile, purché aderisca alla vita storica del popolo: Hegel pensa comunque che
          nel  mondo  moderno  si  debba  preferire  la  monarchia  rappresentativa.  Poiché  i
          rapporti fra gli Stati non possono essere regolati da leggi e dipendono unicamente
          dalla forza, le guerre sono necessarie: attraverso le vittorie e le sconfitte dei vari
          Stati  si  tesse  la  tela  della  storia  universale,  giacché  lo  «  Spirito  del  mondo  »  si

          incarna nel suo cammino ora in un popolo, ora in un altro. Nell’età moderna, secondo
          Hegel, esso ha manifestamente scelto come sua portatrice la nazione germanica.
          Lìside  o  Dell’amicizia,  dialogo  di  Platone,  appartenente  al  gruppo  dei  dialoghi
          giovanili.  Il  bellissimo  giovinetto  Liside  è  l’interlocutore  principale  di  Socrate,
          insieme  con  i  coetanei  Menesseno,  Ippotale  e  Ctesippo,  Il  tema  è  la  definizione

          dell’amicizia, o meglio di quel rapporto umano più complesso e più ricco indicato
          dalla  parola  greca philía.  Dopo  aver  discusso  sull’amicizia  dell’amante  e
          dell’amato,  sulla  somiglianza  e  sulla  dissomiglianza  come  possibili  condizioni
          dell’amicizia,  sull’amicizia  come  espressione  di  un  sentimento  di  mancanza,  il
          dialogo viene sospeso per l’ora tarda, senza che si possa arrivare a una definizione
          soddisfacente.  Il Liside  può  esser  letto  come  introduzione  al Convito*, il dialogo

          della maturità platonica nel quale viene ripreso in pagine altissime lo stesso tema.
          Logica come scienza del concetto puro, opera di Benedetto Croce, pubblicata nel
          1909.  L’opera, che deriva dalla memoria Lineamenti di una logica come scienza
          del concetto puro, presentata all’Accademia pontaniana di Napoli tra il 1904 e il
          1905,  completa,  dopo  l’Estetica*,  la  trattazione  delle  categorie  dello  spirito
          teoretico. Nella prima delle quattro parti in cui la Logica è divisa viene affermata

          l’identità  di  giudizio  definitorio  e  di  giudizio  individuale  e  viene  chiarita  la
          differenza fra il vero concetto, che è universale-concreto, e gli pseudoconcetti, che
          sono finzioni di comodo. La logica formale, per parte sua, è solo un’utile descrizione
          empirica e una tecnica del disputare. La cosiddetta logica trascendentale si è spesso
          perduta nella moltiplicazione delle categorie, senza avvedersi che queste erano solo
          varianti  verbali  dell’unica  categoria  legittima  della  logica,  che  è  il  concetto  puro
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