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si giudica un’azione da compiere; sotto queste categorie si allineano i profitti e le
perdite: si stabilisce così un calcolo mediante il quale si valuta l’azione.
De Providentia (La Provvidenza), trattato filosofico di Seneca, probabilmente
facente parte di un’opera più ampia, composto negli ultimi anni della sua vita e
dedicato a Lucilio. Al problema del perché nella vita gli uomini virtuosi siano
colpiti da sciagure, mentre i malvagi hanno la fortuna propizia, si risponde che ciò è
dovuto a un disegno della Provvidenza, che mette alla prova la virtù degli uomini più
meritevoli. La sventura quindi è un privilegio, non una punizione.
De rerum natura (Il mondo della natura), poema filosofico di Lucrezio, in sei libri
in cui è esposta, con talune innovazioni, la dottrina materialistica di Epicuro sulla
natura del mondo e degli uomini, per la conoscenza della quale rappresenta una fonte
importante. L’opera, che si apre con una invocazione a Venere Genitrice e con
l’appassionato impegno di liberare gli animi umani dalle superstizioni ataviche,
nella visione razionale del vero, dimostra come nulla in natura nasce dal nulla (nihil
ex nihilo) e che i corpi tutti si formano e si dissolvono per un processo di
aggregazione e di disgregazione di atomi moventisi nel vuoto. Nell’infinità della
materia e dello spazio opera un ferreo meccanicismo, temperato da una spontanea
deviazione (clinamen) delle particelle primordiali dalla linea verticale di caduta,
che permette il libero arbitrio (libri I-II). Nell’uomo esiste un animus, o mente, che
ha sede nel petto con funzione egemonica, e un’anima, forza vitale, diffusa per ogni
dove nel corpo. Entrambi sono mortali e non soggetti a una sopravvivenza
ultraterrena. Ogni conoscenza avviene per via di sensazioni che, suscitate da
sottilissime membrane (simulacra rerum) emanate dalle cose, vengono trasmesse
all’intelletto (libri III-IV). La creazione del mondo non è opera degli dei, che vivono
sereni negli intermundia nel completo disinteresse delle vicende umane, ma delle
innumerevoli combinazioni di atomi raggruppantisi secondo forma e peso, e si è
compiuta per lenta e progressiva evoluzione; così pure l’origine delle comunità
civili e del loro graduale sviluppo non è dovuta a una provvidenza divina, ma al
principio dell’utilità e dell’esperienza, suggerita dalla pratica quotidiana. I
cataclismi, non diversamente dai fenomeni cosmici, accadono per legge naturale e
non per intervento degli dei e tanto meno costituiscono un loro terribile mezzo per
punire i mortali (libri V-VI).
Composto, probabilmente, tra il 60 e il 55 a.C. ed edito da Cicerone, senza che
l’autore potesse darvi l’ultima mano, il De rerum natura è una delle opere più
ricche di pensiero e di arte, non solo della letteratura romana, ma di ogni tempo. La
notevole fortuna che ebbe subito dopo la pubblicazione si prolungò fino al VI sec.
d.C., per cessare all’avvento del medioevo; riprese, quindi, durante l’Umanesimo.
Destino dell’uomo (IL) [Die Bestimmung des Menschen], opera di Fichte,
pubblicata nel 1800. La sensazione è, secondo l’autore, una modificazione
dell’essere senziente; si può perciò pensare che fuori del soggetto senziente, cioè
fuori di noi, esista un soggetto esterno causa di queste modificazioni. Ma il principio
di causalità che lo presupporrebbe ha una realtà puramente soggettiva, dal momento