Page 909 - Dizionario di Filosofia
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dell’autore.

          Dialoghi tra Hylas e Philonus, opera di Berkeley. V. TRE  DIALOGHI  TRA  HYLAS  E
          PHILONUS.

          Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, opera di Galileo Galilei, per la
          quale  l’autore  ottenne  il  permesso  di  stampa  nel  1630  e  che  pubblicò  nel  1632.
          Costituita  di  quattro  dialoghi,  ha  come  interlocutori  il  fiorentino  Salviati  e  il
          veneziano Sagredo amici dell’autore, e tale Simplicio, che impersona lo scienziato
          dogmaticamente  legato  all’aristotelismo.  Varie  sono  le  questioni  esposte  nel
          Dialogo, le quali in parte riassumono le scoperte astronomiche e fisiche di Galileo,
          in  parte  danno  conto  di  verità  enunciate  da  altri  scienziati,  e  specialmente  da

          Copernico  e  Keplero.  Ma  l’obiettivo  principale  è  dimostrare  la  fondatezza  del
          sistema copernicano contro il sistema tolemaico. Il Dialogo, che è un capolavoro per
          la  chiarezza,  il  vigore,  l’animata  evidenza  della  sua  prosa,  è  opera  fondamentale
          nella storia del pensiero moderno, in quanto contro l’autorità del dogma religioso e
          dell’aristotelismo  afferma  la  necessità  della  ricerca  scientifica  fondata
          sull’esperienza  e  la  ragione.  Galileo,  sincero  credente,  non  intendeva  minare

          l’autorità  della  Chiesa;  ma  nonostante  le  alte  protezioni  di  cui  godeva,  dopo  la
          pubblicazione di quest’opera egli venne citato a Roma dal tribunale dell’Inquisizione
          e sottoposto a un lungo processo, che si concluse nel giugno 1633 con la sua abiura e
          con la condanna del libro.
          Didactica  magna  (La  grande  didattica),  la  fondamentale  opera  pedagogica  di

          Comenio, redatta prima in lingua cèca (dal 1629 al 1632) e quindi tradotta in latino,
          verso il 1640.  Consta di trentatré capitoli, nei quali l’autore, dopo aver messo in
          rilievo che l’opera educativa si fonda sulla stessa costituzione della natura umana,
          quale fu creata da Dio, e che quindi devono sorgere ovunque scuole in cui si insegni
          « tutto a tutti », cerca di costruire una teoria generale del metodo didattico secondo
          la  nuova  mentalità  naturalistico-scientifica  che  si  veniva  formando  ai  suoi  tempi.

          Perciò  dalla  natura  stessa  vengono  ricavate  le  leggi  dello  svolgimento  della  vita
          spirituale,  cui  si  devono  adeguare  le  norme  didattiche.  L’autore  tratta  quindi  dei
          problemi della didattica applicata alle scienze, alle arti e alle lingue e infine di un
          progetto di riordinamento degli istituti scolastici in quattro gradi « ciclici » (schola
          materna, schola vernacula, schola latina, academia).  In  quest’opera  viene  posto
          per la prima volta esplicitamente il problema della didattica, ossia di un metodo per
          l’insegnamento fondato scientificamente; perciò essa rappresenta una svolta decisiva

          nella storia della pedagogia.
          Discorsi  alla  nazione  tedesca  (Reden  an  die  deutsche  Nation),  raccolta  di
          quattordici lezioni tenute dal filosofo Johann Gottlieb Fichte all’università di Berlino
          nel  1807-1808.  Vero  e  proprio  manifesto  del  nazionalismo  tedesco,  quest’opera,

          scritta  all’indomani  del  crollo  della  Prussia,  esalta  le  virtù  di  un  popolo  che  —
          secondo  l’autore  —  ha  la  missione  di  salvare  l’umanità,  dopo  avere  compiuto  la
          propria rigenerazione morale. Questa prima presa di posizione in senso nazionale-
          romantico fornisce un terreno da cui muovere e prelude — sia pure a ben diverso
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