Page 904 - Dizionario di Filosofia
P. 904
Vico assume come criterio di verità; in base a esso, egli ribadisce che solo Dio ha
conoscenza piena della realtà, mentre limita di molto le possibilità della conoscenza
umana, e critica Cartesio, che pone il criterio di verità nell’evidenza.
Dell’educazione, opera pedagogica di Raffaello Lambruschini, pubblicata nel 1850
e costituita di scritti comparsi tra il 1836 e il 1846 sulla rivista La guida
dell’educatore, edita dall’autore stesso. L’opera, tutta ispirata a un profondo e
interiore senso dell’esperienza religiosa, propone alle « madri italiane » il tema
dell’educazione alla luce delle nuove esperienze europee, propugnanti la pedagogia
della spontaneità, che però il Lambruschini corregge affermando che l’autorità deve
essere liberamente e spontaneamente accolta dal giovane educando. Come non si può
imporre l’esperienza religiosa dall’esterno, sostiene il Lambruschini, così non si può
educare con la pura e semplice coercizione; l’educazione in tal modo impegna
educatore ed educando in una comune opera fatta di amore e di fiducia reciproca. In
questa prospettiva, che ha solide radici nell’esperienza diretta dell’autore, vengono
così discusse la cosiddetta educazione indiretta negativa, consistente nell’evitare al
fanciullo esperienze poco edificanti, e l’educazione indiretta positiva, mirante a
sottoporre all’attenzione dell’educando, istintivamente portato all’imitazione,
atteggiamenti e azioni capaci di maturarne la sensibilità morale.
Dell’educazione cristiana, opera pedagogica di Antonio Rosmini, pubblicata
postuma nel 1856. L’educazione cristiana inizia fin dalla prima infanzia, si sviluppa
attraverso la vita familiare e le amicizie dei fanciulli e prosegue più organicamente
nelle istituzioni educative propriamente dette. È tuttavia un grave errore ritenere che
queste ultime debbano necessariamente dipendere dallo Stato: l’educazione più
efficace è proprio quella che si sviluppa nell’ambito di piccole comunità autonome,
vivificate dalla personalità di autentici maestri. Un particolare rilievo viene dato
alla tradizione letteraria, repertorio inesauribile di esempi morali; alle lingue,
studiando le quali l’educando entra in contatto con l’anima di altri popoli; alla storia
civile e alla religione. Una linea dominante nel discorso del Rosmini è la polemica
contro la pedanteria dei grammatici e dei retori. Notevoli sono le considerazioni
sull’importanza dell’amore nel rapporto educativo, sulle motivazioni affettive
dell’apprendimento, sul modo migliore di formare i buoni maestri, sulla fede
religiosa come fondamento di tutte le altre certezze acquisibili. Le istituzioni
scolastiche dei rosminiani si sono ispirate e si ispirano a questi insegnamenti del
fondatore.
Del senso delle cose e della magia (De sensu rerum et magia), opera di Tommaso
Campanella, stesa in italiano nel 1603, tradotta in latino dall’autore nel 1609,
pubblicata nel testo latino nel 1620. I concetti fondamentali della fisica di Telesio
vengono ripresi per dimostrare l’universale « animazione » delle cose e giustificare
la pratica della magia, come scienza speculativa e al tempo stesso tecnica efficace di
controllo e di direzione della realtà. Tutte le cose sentono e il senso, pur nella
varietà delle sue manifestazioni, è riducibile al tatto, che si realizza mediante il «
corpo sottile », che pervade e anima tutta la materia. Le attività intellettuali