Page 901 - Dizionario di Filosofia
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Peraltro  la  conoscenza  è  possibile  come congettura,  e  cioè  come  affermazione

          includente sempre un rimando implicito all’assoluto irraggiungibile. Sulla base della
          dotta ignoranza si può dunque costruire un’interpretazione del mondo. Esso nella sua
          totalità  è Dio  contratto  (contractus),  cioè  è  l’unità  e  l’infinità  di  Dio  divise  e
          differenziate nel molteplice. Dio è in tutte le cose e al tempo stesso infinitamente al
          di  là  di  esse,  in  quanto  unità  indivisibile:  Egli,  come  identità,  uguaglianza  e
          semplicità, è la complicazione (complicatio) del tutto, e in quanto poi la sua identità

          si  dispiega  nella  molteplicità,  l’uguaglianza  nella  differenza  e  la  semplicità  nella
          divisibilità, è parimenti l’esplicazione (explicatio) del tutto. C’è dunque una sorta di
          duplice rimando da  Dio alle cose e dalle cose a  Dio, che si realizza mediante lo
          spirito  di  Dio  o  Spirito  Santo.  Il  Cusano  sviluppa  da  queste  premesse  una  nuova
          cosmologia, ricca di anticipazioni e di suggestioni che saranno molto presto raccolte:
          il mondo non ha un centro e un limite esterno, come riteneva Aristotele, ma il suo
          centro è dappertutto e la sua circonferenza in nessun luogo, « perché circonferenza e

          centro sono Dio, che è dappertutto e in nessun luogo »; la Terra non è il centro del
          mondo, non è perfettamente sferica, non è fatta di una sostanza differente da quella
          degli astri, e si muove, ma di un movimento non perfettamente circolare. In alcuni
          passi del II libro si possono anche cogliere formulazioni non equivoche del principio
          di  gravità  e  del  principio  di  inerzia.  Il  libro III  è  dedicato  prevalentemente
          all’interpretazione metafisica della funzione mediatrice del Cristo.

          Defensor pacis (Il difensore della pace), titolo della principale opera di Marsilio
          da Padova, scritta intorno al 1324 e teorizzante la superiorità del potere statale su
          quello spirituale, e l’origine popolare dell’autorità dell’imperatore, che veniva così
          sottratto  alla  consacrazione  pontifìcia.  L’occasione  dell’opera  fu  il  conflitto  tra
          Giovanni XXII e Ludovico il Bavaro.

          De finibus bonorum et malorum (I termini del bene e del male), trattato filosofico
          di  Cicerone,  in  cinque  libri,  composto  nel  45  a.C.  e  dedicato  a  Marco  Bruto.
          L’interessante problema in discussione riguarda la determinazione del bene sommo,
          apportatore agli uomini della vera felicità, e si svolge in tre dialoghi collocati in tre

          luoghi  distinti  (Cuma,  Tuscolo  e  Atene),  in  ciascuno  dei  quali  l’autore  ha
          interlocutori  diversi.  Nel  primo  di  essi  (l. I-II),  Manlio  Torquato,  rigorosamente
          confutato da Cicerone, espone la concezione epicurea che il sommo bene va riposto
          nel piacere (in voluptate); nel secondo (l. III-IV), Catone l’Uticense, pure oggetto di
          obiezioni da parte di Cicerone, sostiene il principio stoico che la felicità consiste
          nella virtù, intesa come pratica di vita conforme alle norme della ragione naturale
          (secundum naturam). Nell’ultimo (l. v), infine, Pupio Pisone, esponendosi anche lui

          a qualche critica, illustra l’opinione degli accademici e dei peripatetici, per i quali
          l’uomo,  composto  di  materia  e  di  spirito,  raggiunge  il  sommo  bene  attraverso  la
          salute  del  corpo  e  la  perfezione  dell’anima.  Nonostante  qualche  errore  di
          interpretazione  e  talune  deficienze  nella  parte  critica,  l’opera  è  notevole  per
          ricchezza di notizie e chiarezza espositiva.

          Degli  eroici  furori,  opera  di  Giordano  Bruno,  pubblicata  a  Londra  nel  1585.
          Costituita di dieci dialoghi, descrive con tono esaltato e poetico il momento più alto
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