Page 911 - Dizionario di Filosofia
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le cose. Rifiuta così come piene di dubbio le conoscenze acquisite fino ai tempi suoi

          e decide di muovere lentamente, a piccoli passi, usando la massima circospezione.
          La prima esigenza del suo metodo è dunque di dubitare fintanto che dal dubbio non
          possa  uscire  un’evidenza:  è  la  prima  delle  quattro  regole  del  metodo:  «  Non
          accettare mai alcuna cosa per vera se io non la riconosco essere evidentemente tale
          ». Le altre tre regole sono destinate a « guidare la ragione » correttamente, in modo
          da  concatenare  le  diverse  verità.  Cartesio  pensa,  infatti,  che,  essendo  unica  la

          scienza, una volta raggiunta una prima verità si possano trovare le altre, a condizione
          di ragionare in modo giusto.  Ora, l’arte di ben ragionare è propria della logica e
          anche della matematica, « questa lunga catena di ragioni, tutte semplici e facili, di
          cui la geometria è solita servirsi per arrivare alle sue più difficili dimostrazioni… ».
          Per questo Cartesio ne prende in prestito i procedimenti per formulare le altre tre
          regole  del  metodo:  regola  dell’analisi:  «  Dividere  ciascuna  delle  difficoltà  da
          esaminare in tante particelle quante sia possibile e sia richiesto per meglio risolverla

          »;  regola  della sintesi:  «  Condurre  per  ordine  i  miei  pensieri,  cominciando  dagli
          oggetti più semplici e più facili a essere conosciuti per risalire a poco a poco, come
          per  gradi,  fino  alla  conoscenza  dei  più  composti…  »;  infine,  regola
          dell’enumerazione: « Fare ovunque computi così totali e rassegne così generali che
          io possa essere sicuro di non omettere nulla ».
          Queste quattro regole del metodo esprimono le esigenze del pensiero scientifico; per

          questo  il  metodo  cartesiano  può  essere  considerato  un  presupposto  della  scienza
          moderna,  e  lo  stesso  Cartesio  se  ne  è  ben  reso  conto:  « Al  posto  della  filosofia
          speculativa che si insegna nelle scuole, se ne può trovare una pratica, mediante la
          quale, conoscendo la forza e le azioni del fuoco, dell’acqua, dell’aria, degli astri,
          dei cieli e di tutti gli altri corpi … noi possiamo impiegarle per tutti gli usi che sono
          loro propri e renderci così padroni e dominatori della natura ». Applicando il suo
          metodo  all’esperienza  in  modo  sistematico,  Cartesio  pervenne  a  stabilire

          un’astronomia,  una  fisica  meccanica  e  una  biologia  meccanicistica  (teoria
          dell’animale-macchina).
          Per  la  prima  volta  veniva  intrapreso  uno  sforzo  di  comprensione  coerente,  totale,
          razionale del mondo. Per questo il Discorso sul metodo è uno dei testi capitali della
          filosofia e segna l’avvento del razionalismo e del pensiero moderno.

          Dizionario  filosofico  portatile  o  La  ragione  per  alfabeto  (Dictionnaire
          philosophique portatif ou La Raison par alphabet), opera di Voltaire. Concepito a
          Potsdam nel 1752, apparso anonimo nel 1764, il Dizionario si presentava, a fianco
          della  voluminosa Enciclopedia,  come  un’operetta  facile  da  maneggiare  e  da
          nascondere. Sotto il tono di una chiacchierata faceta vi sono trattati, in 73 voci, gli
          argomenti  più  diversi  e,  talvolta,  più  spregiudicati  (anima,  bello  e  bellezza,  Dio,

          ebrei, fanatismo, filosofia, gesuiti, guerra, ignoranza, inquisizione, ecc.). Espressione
          del razionalismo illuministico e dello spirito personale dell’autore, ora arguto, ora
          ironico, ora decisamente sarcastico, ma sempre sottile anche se talora ristretto nelle
          angustie  dell’ideologia,  l’opera  è  soprattutto  una  denuncia  del  fanatismo,  della
          metafisica tradizionale, dell’assurdità delle religioni, degli abusi politici e sociali,
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