Page 913 - Dizionario di Filosofia
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alla teoria relativistica dei tempi molteplici e come una conferma che l’unica
dimensione « reale » del tempo è la durata.
Ecce Homo. Come si diventa quello che si è (Ecce Homo. Wie man wird, was man
ist), titolo di un’opera autobiografica di Nietzsche, scritta nel 1888 e pubblicata
postuma nel 1908. In essa il filosofo traccia un ritratto penetrante e provocatorio
della propria personalità ed esalta la novità incomparabile della propria filosofia.
Nelle quattro parti in cui l’opera è divisa Nietzsche affronta rispettivamente il tema
della sua salute interiore, quello delle letture e delle esperienze culturali più
decisive per la sua formazione, quello della sua fortuna di scrittore, quello infine del
messaggio che egli reca e del destino (Schicksal) che egli incarna e rappresenta. Il
nuovo Zarathustra ha svelato la mistificazione degradante implicita nella morale
cristiana e ha invitato gli uomini ad accettare, in una scelta supremamente coraggiosa
ed esaltante, la realtà così come essa è.
Economico (L’) [Oikonomikós], titolo di un’opera di Aristotele. A quanto risulta da
un passo della Politica, L’Economico doveva trattare, nell’ordine, dei rapporti del
padrone con gli schiavi, con la moglie e con i figli, e poi della proprietà. È un’opera
ritenuta da tutti perduta, e lo scritto intitolato L’Economico, che ci è stato tramandato
insieme con le altre opere di Aristotele, è da considerare apocrifo.
Educazione (PENSIERI SULL’) [Some Thoughts Concerning Education], opera di J.
Locke (1693), desunta in gran parte dalle lettere scritte dall’autore a Edward Clarke,
che gli aveva chiesto consigli sul modo di educare suo figlio. Per Locke istruzione,
educazione morale ed educazione fisica sono strettamente connesse. L’educazione
del corpo, ispirata alla pratica della sobrietà e della resistenza alle asprezze
dell’ambiente (principio dell’indurimento) è una componente fondamentale della
formazione del carattere. L’educazione non deve reprimere la naturale vitalità del
fanciullo; il compito dell’educatore consiste nell’inserire un elemento di ordine e di
controllo razionale nel confuso e spesso contraddittorio slancio delle passioni.
Locke vede chiaramente l’incidenza negativa dell’uso abituale dei premi e dei
castighi, e ritiene che una motivazione assai più valida della condotta sia nel senso
dell’onore, che deve essere opportunamente stimolato. Polemizza contro la
prevalenza degli insegnamenti umanistici nell’educazione del suo tempo e suggerisce
una variante più pratica, raccomandando lo studio della storia, della geografia, del
disegno e delle lingue moderne. Il modello che Locke ha davanti all’immaginazione è
quello di un giovane gentleman spregiudicato e coraggioso, capace di adattarsi a
tutti i climi e a tutte le situazioni, dotato di una cultura « utile », senza concessioni
alle vanità estetizzanti e salottiere. Sull’utilitarismo lockiano, così come sul limite
storico del suo esemplare giovane gentiluomo, si è molto discusso; resta il fatto che
gran parte delle considerazioni lockiane ha ancora oggi una singolare forza di
suggestione. Rousseau gli è debitore di alcune intuizioni fondamentali.
Educazione come scienza (L’) [Education as a Science], opera di Alexander Bain
(1879). Il primo libro tratta delle basi psicologiche dell’educazione, il secondo dei
metodi e il terzo dell’educazione moderna. Bain esclude dall’ambito della pedagogia