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Costituzione  degli  Ateniesi  (LA)  [Politéia  tôn  Athenáiōn],  scritto  di  Aristotele
          composto tra il 328 e il 325 a.C. e ritrovato solo nel 1880 in un papiro del British
          Museum. Si tratta di una delle centocinquantotto costituzioni studiate e descritte da
          Aristotele e dai suoi discepoli (tranne questa, tutte le altre sono andate perdute). Lo

          scritto, in parte lacunoso, può essere diviso in due parti: i primi quarantun capitoli
          mirano alla ricostruzione storica della costituzione ateniese fino al IV sec., cioè fino
          all’abbattimento della tirannia dei Trenta, a opera di Trasibulo. Nella seconda parte,
          che giunge al cap. 69, viene minutamente descritta la costituzione di Atene ai tempi
          di Aristotele, con l’analisi precisa dei particolari del meccanismo elettorale. I critici
          ritengono che questo scritto sia posteriore di qualche anno alla Politica, l’opera in
          cui Aristotele svolge in senso speculativo la sua concezione dello Stato.

          Cràtilo (Kratýlos), dialogo di  Platone (386 a.C.), sull’origine del linguaggio.  Gli
          interlocutori sono Cratilo, il quale pretende che i nomi siano tratti dalla natura stessa
          delle  cose,  Ermogene,  discepolo  di  Socrate,  che  vede  nei  nomi  solo  segni
          convenzionali,  e  Socrate,  che  concilia  le  loro  opinioni  riconoscendo  nomi

          convenzionali che sono effetto del caso e designano le cose periture, e nomi naturali,
          che si applicano alle cose eterne.
          Crepuscolo  degli  idoli (Götzendämmerung),  opera  del  filosofo  tedesco  Friedrich
          Nietzsche, scritta nel 1888, pubblicata nel 1889. Il sottotitolo dell’opera è: « Come
          si fa la filosofia a colpi di martello » e il martello è lo spirito spietatamente duro
          dell’autore, che colpisce senza riguardo i pregiudizi del suo tempo e del passato.

          Egli si scaglia contro gli « idoli », siano essi uomini (per es. Socrate), idee, teorie
          artistiche, costumi rispettati; a questi antichi valori vuole sostituirne altri nuovi, alla
          «  morale  degli  schiavi  »  la  morale  dei  padroni,  all’uomo  il  «  superuomo  »,  alla
          decadenza il progresso realmente umano. Sono questi i temi abituali della polemica
          nietzschiana, sviluppati anche in altre opere, ma presentati qui con un insolito estro

          satirico.
          Crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale (LA) [Die Krisis
          der europäischen Wissenschaften und die transzendentale  Phänomenologie], una
          delle più importanti opere di E. Husserl, le cui prime parti vennero pubblicate nel
          1936.  Un’edizione  che  comprende  le  integrazioni  e  le  aggiunte  dell’autore,
          precedentemente inedite, apparve nel 1954. In essa Husserl traccia lo sviluppo della

          filosofia  moderna  esponendone  i  limiti  dal  punto  di  vista  della  fenomenologia
          trascendentale.  L’inadeguatezza  di  fondo  dell’interpretazione  razionale  scientifica
          della realtà consiste per Husserl in un oggettivismo fisicalistico che idealizza alcuni
          aspetti  di  essa,  dando  luogo  a  un’astratta  matematizzazione  della  natura,  che
          nasconde il fondamento stesso della scienza.

          Cristianesimo razionale (IL) [On  the  Reasonableness  of  Christianity],  opera  di
          John  Locke,  pubblicata  a  Londra  nel  1695.  L’autore  si  propone  di  provare  che
          l’essenza del cristianesimo è il culto razionale della divinità, insegnato agli uomini
          dalla Rivelazione; Gesù Cristo è venuto per far conoscere agli uomini il vero Dio e
          la sola morale degna di lui. Credere nel vero Dio, osservare la sua legge, affidarsi a
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