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funzione o relazione generale, e le variabili reali, che si hanno nel caso in cui la

          funzione può divenire vera o falsa in dipendenza dei valori a quelle attribuiti.
          VARIAZIONE. Secondo J. Stuart Mill, il metodo delle variazioni concomitanti, è uno
          dei  quattro  metodi  di  induzione.  Il  concetto  fondamentale  del  metodo  è  così
          formulato: « Quando un fenomeno varia in un dato modo, mentre un altro fenomeno

          varia  in  una  data  particolare  maniera,  quello  è  causa  o  effetto  di  questo,  o  gli  è
          comunque connesso con un qualche legame causale ».
          VARISCO  (Bernardino),  filosofo  italiano  (Chiari,  Brescia,  1850-1933).  Insegnò
          filosofia teoretica nell’università di Roma (1906-1925), fu accademico dei Lincei e
          senatore del regno. Passato dagli studi scientifici a quelli filosofici, aderì dapprima
          al  positivismo,  sviluppando  poi  il  suo  pensiero  nella  direzione  di  un  pluralismo

          spiritualistico nel quale sono evidenti le influenze del monadismo leibniziano e della
          dottrina  dell’Essere  del  Rosmini.  Negli  ultimi  scritti  tale  concezione  del  mondo
          inclina  decisamente  verso  il  teismo  e  verso  una  giustificazione  filosofica  delle
          intuizioni  fondamentali  del  cristianesimo.  Opere  principali: Scienza  e  opinioni
          (1901), I massimi problemi  (1910), Conosci te stesso*  (1912), Dall’uomo a  Dio
          (postuma, 1939).

          Varsavia (SCUOLA DI). Denominazione di un gruppo di studiosi di logica polacchi, la
          cui  attività,  particolarmente  intensa  nel  periodo  fra  le  due  guerre,  si  svolse  in
          consonanza con quella del circolo di Vienna*. L’orientamento degli appartenenti alla
          scuola  di  Varsavia  non  si  lascia  ridurre  a  una  problematica  e  a  un’ispirazione
          uniformi,  ma  rientra  comunque  nel  grande  movimento  di  matematizzazione  della
          logica. Tra le figure più rappresentative della scuola sono A. Tarski, T. Kotarbinski,

          J. Łukasiewicz, S. Leśniewski e A. Lindenbaum.
          VEDĀNTA (voce sanscrita, fine del Veda). Uno dei sei sistemi filosofici ortodossi del
          rahmanesimo.  È  basato  principalmente  sulle Upanisad  e  sul Brāhmasūtra,  e
          comprende indirizzi interpretativi del Veda assai diversi tra loro: tuttavia, nella sua

          forma classica, datagli da śānkarāciārya (Śānkara) intorno agn inizi del IX sec. d.C.,
          e  che  costituisce  uno  sviluppo  delle  dottrine  dl  Nāgārjuna,  esso  appare  come  un
          monismo  assoluto  incentrato  sulla  nozione  dell’unità  del  Sé  individuale  e  del  Sé
          universale, unica realtà spirituale; una posizione saliente vi è occupata dalla dottrina
          della mayā (illusione) come causa dell’universo.
          VERIFICABILITÀ.  Secondo  i  logici  del  circolo  di  Vienna*,  il  significato  di  una

          proposizione dipende dalla sua verificabilità. In seno allo stesso positivismo logico
          c’è poi dissenso fra quelli che ritengono possibile una verifica totale e quelli che
          intendono la verifica come un processo che si arricchisce di conferme successive.
          Da quest’ultimo punto di vista lo studio della verificabilità di un enunciato conduce
          non  alla  verità  definitiva,  ma  a  un  grado  più  o  meno  elevato  di  probabilità.
          Reichenbach, estendendo la nozione di verificabilità anche a enunciati relativi a fatti

          possibili, distingue una verificabilità logica, fisica, tecnica e metempirica.
          VERITÀ. La concezione più antica e più largamente diffusa della verità è quella che
          la fa consistere in una corrispondenza fra il pensiero e il suo oggetto. Così Aristotele
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