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realizza mediante il concetto della cosiddetta « massimizzazione », che Bentham dice
di aver mutuato da Beccaria: la sola misura legittima del bene e del male è costituita
dal perseguimento della massima felicità possibile per il maggiore numero di
persone. L’utile. perde così il carattere di valore individuale e soggettivo e diviene
criterio di scelte oggettivamente comparabili. Bentham costruisce una « aritmetica
morale », fondata sulla convinzione che i piaceri si distinguano solo per caratteri
quantitativamente misurabili, quali l’intensità, la durata, ecc. J. Stuart Mill introduce
correggendo Bentham una differenziazione qualitativa dei piaceri. L’utilità viene da
lui riferita agli « interessi permanenti dell’uomo come essere progressivo », con
evidente influsso dell’umanitarismo di Comte e dell’evoluzionismo di Spencer. Con
quest’ultimo l’utilitarismo assume il carattere di evoluzionismo morale, secondo il
quale la specie umana tende alla meta finale di un’armonizzazione naturale fra
felicità individuale e felicità collettiva.
UTOPÌA (dal gr. u, non e tópos, luogo: « luogo che non esiste »). Termine che, contato
da Tommaso Moro per l’opera omonima (v.), designa solitamente un ordinamento
politico-sociale senza privilegi, abusi e ingiustizie. (Nel pensiero occidentale esiste
una lunga tradizione filosofico-letteraria volta a descrivere società ideali, da La
repubblica* di Platone alla Nuova Atlantide* di Bacone, alla Città del Sole* di
Campanella, ai vagheggiamenti dei socialisti utopisti.
UTOPÌSTICO. Con la denominazione introdotta da F. Engels di socialismo utopistico
la letteratura marxistica designa quelle dottrine riformatrici, quali il sansimonismo, il
fourierismo, ecc., le quali prospettano l’ordinamento futuro della società senza
preoccuparsi di individuare le forze reali capaci di realizzare la trasformazione.
Esse mostrano di fare affidamento, secondo l’espressione usata da C. Pisacane in un
contesto polemico analogo, « più sull’abnegazione e sul sacrificio che sull’utile di
ciascuno ». Al socialismo utopistico si contrappone il marxismo in quanto
socialismo scientifico: esso non delinea un quadro idealizzato della società come
dovrebbe essere, ma preannuncia la società che « necessariamente » nascerà dalle
contraddizioni dell’ordinamento capitalistico.