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a raffreddarsi ma più velocemente della radiazione. Questa rimane come un fondo a

          distribuzione  statistica  data  dalla  legge  del  corpo  nero  di  Planck.  Secondo  le
          predizioni  di  Gamow  (1946)  tale  radiazione,  fortemente  spostata  verso  le  grandi
          lunghezze d’onda, doveva osservarsi anche ai giorni nostri. Penzias e Wilson (1965)
          hanno infatti osservato una radiazione da corpo nero, non spiegabile mediante le note
          sorgenti di radioonde, corrispondente alla temperatura di circa 3 °K. Tenendo conto
          dello spostamento Doppler tale valore è in accordo con la teoria di Gamow. Se tale

          ipotesi  fosse  vera  si  tratterebbe  di  una  «  radiazione  fossile  »,  la  più  antica
          testimonianza  dei  primi  istanti  del  nostro  universo,  e  costituirebbe  la  prova
          sperimentale  della  teoria  dell’universo  in  espansione.  Esistono  tuttora  alcuni  dati
          sperimentali che sembrano in contrasto con questa teoria.
          I  modelli  evolutivi  che  sono  stati  precedentemente  descritti  sono  basati  su
          un’estrapolazione  su  scala  cosmica  delle  leggi  fisiche  attualmente  note  e  in
          particolare della teoria della relatività. Sono stati però costruiti altri modelli in cui

          alcuni  principi  fisici  generalmente  accettati  vengono  violati  di  quantità  talmente
          piccole  da  non  essere  direttamente  osservabili  mediante  nessun  possibile
          esperimento,  quantunque  questa  violazione  possa  avere  su  scala  cosmica  delle
          conseguenze vistose. Se, per es., si suppone che la carica elettrica del protone sia
          lievemente superiore a quella dell’elettrone, si può interpretare la recessione delle
          galassie  come  l’effetto  della  repulsione  coulombiana  dovuta  all’eccesso  di  carica

          positiva. Per ottenere un’espansione in accordo con i dati sperimentali è sufficiente
          che l’eccesso di carica del protone sia di una parte su un miliardo di miliardi.
          Un altro modello di grande interesse proposto da H. Bondi, T. Gold e F. Hoyle verso
          il  1948,  è  fondato  su  una  estensione  del  principio  cosmologico  giustificata  dalla
          convinzione che, a differenza di quanto asseriscono i modelli di tipo evolutivo, il
          tempo  non  dovrebbe  avere  nessun  ruolo  privilegiato  nello  spazio-tempo.  Questo
          nuovo postulato, noto come principio cosmologico perfetto, afferma che la struttura

          dell’universo appare la stessa per un osservatore posto in un punto qualsiasi e in
          qualunque  epoca.  Per  conciliare  questo  principio  con  il  fatto  che  le  galassie  si
          allontanano  a  velocità  crescente  fino  a  sfuggire  completamente  a  ogni  possibile
          osservazione quando raggiungono la velocità della luce, bisogna supporre che vi sia
          una  creazione  continua  di  materia  che  sostituisca  quella  che  man  mano  scompare

          oltre il limite di visibilità. In questo modello dunque l’universo non è né statico né in
          evoluzione, ma in uno stato stazionario; non c’è né origine né fine: l’universo appare
          immutabile pur nel continuo avvicendarsi delle galassie che si formano a spese delle
          sorgenti  di  materia  e  si  allontanano  fino  a  diventare  inaccessibili.  L’ipotesi  della
          creazione  continua  di  materia  è  evidentemente  in  contrasto  con  il  principio  di
          conservazione dell’energia, uno dei pochi principi che ha resistito finora a tutte le
          rivoluzioni del pensiero fisico; tuttavia la violazione è talmente piccola da non poter
          essere in alcun modo verificata sperimentalmente: è infatti sufficiente che si produca

          un  atomo  di  idrogeno  in  un  decimetro  cubo  ogni  milione  di  milioni  di  anni.  Il
          modello di universo stazionario permette di spiegare semplicemente molti fenomeni
          cosmici, come ad esempio l’origine, le dimensioni e la massa delle galassie e degli
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