Page 848 - Dizionario di Filosofia
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          ÜBERWEG  (Friedrich),  filosofo  e  storico  della  filosofia  tedesco  (Leichlingen,
          Renania,  1826  -  Königsberg  1871).  Professore  a  Bonn  (1852)  e  a  Königsberg
          (1862),  sul  piano  teoretico  sostenne  la  linea  dell’«  idealrealismo  »,  in  polemica
          tanto  con  il  realismo  dogmatico  quanto  con  l’idealismo  di  Hegel.  La  sua  fama  è

          tuttavia  legata  prevalentemente  al Compendio di storia della filosofia (Grundriss
          der Geschichte der Philosophie), uscito in tre volumi dal 1862 al 1866 e arricchito
          in edizioni successive da vari studiosi (fra cui K. Prächter, M. Frischeisen-Köhler,
          T. K. Österreich), sulla base del piano generale dell’autore e del materiale da lui
          lasciato inedito: la dodicesima, in 5 voll., è stata pubblicata a Berlino dal 1926 al
          1928.

          UGO di San Vittore, teologo mistico, forse di origine sassone (Hartingham [?], fine
          XI sec. - San Vittore, Parigi, 1141). Giunse all’abbazia di San Vittore tra il 1115 e il
          1118, diventando discepolo di Guglielmo di Champeaux.
          La  sua  produzione,  in  parte  perduta,  ne  fa  uno  dei  maggiori  teologi  medievali,
          propugnatore di un misticismo di matrice agostiniana temperato dal costante ricorso

          alla ragione. Si cimentò nella esegesi biblica, in scritti di vita monastica (Expositio
          in  regulam  Sancti  Augustini),  in  trattati  sull’orazione  e  sulla  vita  interiore  (De
          vanitate  mundi),  in  opere  dogmatiche  e  morali  (Eruditio  didascalica).  Il  suo
          capolavoro  è  il  trattato De  Sacramentis  christianae  fidei,  in  cui  il  termine  di  «
          sacramenti » indica le cose sante rivelate dalla Scrittura. Domina nella visione di
          Ugo la centralità della figura del Cristo. Fu esaltato da Dante (Par., XII, 133).

          Bibliogr.: A. Mignon, Les origines de la Scolastique et Hugues de S. Victor, Parigi
          1895; L. Calonghi, Le scienze e la classificazione delle scienze in Ugo di S. Vittore,
          Torino  1956;  R.  Baron, Science  et  sagesse  chez  Hugues  de  Saint-Victor,  Parigi
          1957.

          UMANESIMO. Movimento culturale che ebbe inizio in Italia nella seconda metà del
          XIV sec. e durato per tutto il xv sec., quindi propagatosi in Europa, caratterizzato da
          un’appassionata riscoperta della civiltà antica e dalla difesa dei suoi valori.
          Sebbene  in  fenomeni  culturali  del  principio  del  Trecento,  e  in  particolare  nei
          cenacoli letterari veneti che facevano capo ad Albertino Mussato, Lovato de’ Lovati,
          Ferreto  de’  Ferreti,  si  diano  significative  anticipazioni  dell’Umanesimo,  è  col
          Petrarca  che  lo  studio  della  letteratura  e  della  civiltà  antica  cominciò  a  essere

          coltivato con spirito critico e venne posto a fondamento di una nuova concezione
          della vita e della missione dell’uomo. Mentre nel medioevo ci si limitò a conservare
          i monumenti letterari dell’antichità, in età umanistica si esercitò su di essi un’attenta
          indagine filosofica e per interpretarli si costituì una scienza dell’antiquaria fondata,
          oltre che sulla letteratura, sull’archeologia, sull’epigrafia e altre scienze sussidiarie.
          Dai  tempi  del  Petrarca  a  quelli  di  Poggio  Bracciolini  venne  ridato  alla  luce

          pressoché  tutto  il  patrimonio  della  letteratura  latina  a  noi  noto.  Ma  per  la  nuova
          cultura  furono  decisivi  anche  gli  studi  di  greco,  cui  diede  un  forte  impulso  la
          presenza in Italia di dotti bizantini, quali Gemisto Pletone e il Bessarione, al tempo
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