Page 844 - Dizionario di Filosofia
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che si contrappone alle altre individualità, dall’io trascendentale, la « persona che

          non  ha  plurale  »,  nella  quale  tutte  le  individualità  particolari  trovano,  pur  senza
          annullarsi come tali, la loro vera realtà.
          TRASCENDENTALISMO. Atteggiamento  volto  a  valorizzare  e  a  privilegiare  i  poteri
          conoscitivi  ritenuti  indipendenti  dall’esperienza.  •  Scuola  filosofica  americana,

          caratterizzata da un particolare naturalismo misticheggiante nel quale Dio, la natura e
          l’uomo  sono  fusi  in  una  romantica  identità.  (Nacque  dall’influenza  dell’idealismo
          tedesco  e  dalla  reazione  al  materialismo  e  all’utilitarismo  settecenteschi:  il  suo
          maggiore  rappresentante  fu  R.  W.  Emerson,  che  fondò  nel  1836  il  Trascendental
          Club.)
          TRASCENDENZA.  Il  termine  indica  in  primo  luogo  il  carattere  essenziale

          dell’assoluto, sia nel senso che esso non è soggetto alle condizioni di esistenza del
          finito, sia nel senso che esso oltrepassa i limiti della conoscenza umana.  Così da
          Platone alla teologia e alla metafisica cristiana si è parlato di trascendenza di Dio,
          conferendo di volta in volta all’« essere oltre » i caratteri di un’assoluta o relativa
          incommensurabilità.  Al  di  fuori  della  metafisica  teologica  il  concetto  della
          trascendenza  si  presenta  con  analoga  connotazione  in  Jaspers:  per  lui  l’essere  è

          trascendente in quanto si manifesta alla ricerca umana solo come impossibilità di
          essere raggiunto e in quanto è negativamente sperimentato in quelle situazioni-limite,
          come  la  morte,  che  con  il  loro  carattere  di  assoluta  immodificabilità  e
          incomprensibilità fungono da « cifre » della trascendenza. La negazione più o meno
          conseguente  della  trascendenza  così  intesa  è  il  filo  conduttore  di  buona  parte  del
          pensiero moderno e in particolare dell’idealismo hegeliano (« tutto ciò che è reale è
          razionale »), dei suoi diversi sviluppi nel Novecento e in particolare nel marxismo.

          L’impegno  di  queste  filosofie  è  stata  la  elaborazione  di  un’interpretazione
          immanentistica del mondo, che fugasse per sempre « le nebbie della trascendenza ».
          Nel pensiero contemporaneo il termine è però anche usato in un senso privo di ogni
          implicazione  metafisico-teologica.  Nel  linguaggio  di  Husserl  l’intenzionalità  della
          coscienza,  come  rapporto  sostanziale  con  un  oggetto  che  «  sta  al  di  là  »,  è  una
          situazione di trascendenza. Analogamente per Heidegger la trascendenza è qualcosa

          che « appartiene in proprio » all’esistere umano in quanto movimento verso l’essere:
          l’essere dell’uomo coincide con « l’essere nella trascendenza e come trascendenza
          ».
          TRASFORMAZIONE  delle  proposizioni.  Sostituzione  di  una  proposizione  con  una
          equivalente, in base alle regole di trasformazione fissate in ogni sistema di calcolo
          logico.

          TRASÌMACO in gr. Thrasýmachos, retore e sofista greco, nato a Calcedone di Bitinia,
          attivo ad Atene nella seconda metà del V sec. a.C. Al suo nome è legata la teoria che
          criticava il concetto di diritto naturale, sostenendo invece che « il diritto altro non è
          che l’utile del più forte »: come tale appare come interlocutore nella Repubblica di

          Platone.  Trasimaco  elaborò  una  concezione  pessimistica  sulla  natura  dell’uomo  e
          della società, proprio in quanto la giustizia non è realizzata nei rapporti umani.
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