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fortuna. L’ideale dell’Utopia è quello di una società fraterna, regolata secondo un
modello razionale, pacifica, tollerante e organizzata su basi strettamente
comunistiche.
Moro scrisse anche opere biografiche (Vita di Edoardo V e del duca di York, Vita di
Pico della Mirandola [1505]), traduzioni da autori greci, meditazioni religiose.
Bibliogr.: Dell’Utopia di T. M. è ottima l’edizione a cura di L. Firpo, Torino 1963;
su M.: H. Brockhaus, Die Utopia-Schrift des Thomas Morus, Lipsia 1929; R. Ames,
Citizen Thomas More and his Utopia, Princeton 1949; F. Battaglia, Saggi
sull’Utopia di Tommaso Moro, Bologna 1949; G. Negley J. M. Patrick, The quest
for Utopia, Nuova York 1952; J. H. Hexter, L’utopia di Moro: biografia di un’idea,
Napoli 1975.
TÖNNIES (Ferdinand), sociologo e filosofo tedesco (Oldenwort, Schleswig, 1855 -
Berlino 1936). La sua dottrina sociologica si fonda sull’opposizione fra comunità
(Gemeinschaft) e società (Gesellschaft): i legami costitutivi della prima sono
naturali e spontanei, mentre la seconda nasce da scelte volontarie e da valutazioni di
convenienza e di opportunità. Applicando questo schema interpretativo alla storia
dell’umanità, il Tönnies denuncia nella moderna società industriale il prevalere degli
aspetti istituzionali e pragmatici, a danno della naturalità e dell’immediatezza del
legame comunitario (crisi della famiglia, decadenza di certi valori, ecc.). Opere
principali: Comunità e società (1887), Hobbes. Vita e dottrina (1896), Lo sviluppo
della questione sociale (1907), Vita e dottrina di Marx (1921), Introduzione alla
sociologia (1931).
TÒPICA. La teoria dei luoghi (in gr. tópoi) logici e retorici, e cioè il metodo per
individuare tipi di argomentazione persuasiva in questioni non risolvibili col
ragionamento apodittico. (V. anche LUOGO.)
TRADIZIONALISMO. Nell’ambito del cattolicesimo, dottrina filosofico-religiosa che
ritiene necessaria una rivelazione primitiva delle principali verità d’ordine morale e
metafisico (esistenza di Dio, immortalità dell’anima, norme di giustizia, ecc.),
tramandate poi per tradizione dalla società umana, e tali da costituire una sorta di
sapienza comune a tutta l’umanità. Essa si sviluppò specialmente in Francia, agli
inizi del XIX sec., come reazione al razionalismo illuministico e al kantismo. Si
diffuse largamente tra il clero e nelle scuole teologiche, anche in Belgio (università
di Lovanio), in Germania e in Italia (padre Ventura): il principale sbocco delle
teorie tradizionaliste fu costituito dall’ideologia socioreligiosa del Lamennais, che
dette loro ordine e sviluppo con la teoria del « senso comune ». Ma il primo e
maggior teorico del tradizionalismo fu il Bonald, seguito poi dal Bonnetty, dal
Bautain, ecc. Il loro atteggiamento radicalmente fideistico e antirazionalista provocò
la reazione negativa della Chiesa, che respinse il tradizionalismo nel concilio
Vaticano i.
TRANSITIVO. Si dice di causa che agisce su un oggetto distinto dal soggetto operante.
(La causa si dice invece immanente [v. IMMANENZA] quando gli effetti della sua
azione ricadono all’interno di chi opera: tale è per Spinoza la causalità della