Page 840 - Dizionario di Filosofia
P. 840

un grado supremo; la quinta si fonda sul riconoscimento dell’ordine del cosmo, che

          non può non essere governato da un essere intelligente, che ordina a un fine tutte le
          cose (ex gubernatione rerum). La teoria dell’atto e della potenza spiega il divenire
          del mondo corporeo.  Ogni essere corporeo è costituito di materia e forma, ma la
          materia non può esistere senza una qualche forma: essa non è che pura potenza, ossia
          la possibilità di essere qualunque cosa. Ma la materia, pur priva di ogni attualità e di
          ogni realtà, costituisce per Tommaso il principio di individuazione, cioè è la causa

          del  moltiplicarsi  dell’essenza  specifica  nei  singoli  enti  corporei.  Di  qui  deriva
          l’affermazione  che  l’uomo  non  conosce,  se  non  indirettamente,  l’individualità,  in
          quanto il processo conoscitivo dell’uomo è un processo di astrazione dalla materia,
          per  cui  degli  oggetti  della  percezione  si  colgono  soltanto  i  caratteri  universali.
          D’altra parte, l’intelletto umano non può avere neppure una conoscenza diretta delle
          sostanze semplici e spirituali (Dio e gli angeli), perché ogni conoscenza procede dal
          senso. Perciò l’oggetto proprio dell’intelletto è solo l’essenza delle cose materiali

          (quidditas rei sensibilis).
          Come è radicalmente innovatore nella teoria della materia,  Tommaso lo è pure in
          quella della forma; contro tutta la tradizione del pensiero medievale, egli sostiene la
          dottrina dell’unità della forma sostanziale, secondo cui in ogni ente composto un solo
          principio formale attua la potenzialità della materia, donde deriva l’affermazione che
          nell’uomo l’anima è l’unica forma del corpo e costituisce con esso un’unica realtà.

          Tommaso ritiene infine di poter dimostrare l’immortalità dell’anima, argomentando
          principalmente dalla natura immateriale delle sue attività intellettuali.
          Anche  nelle  dottrine  etiche  e  in  quellepolitiche  Tommaso  distingue  nettamente
          l’ambito della ragione e l’ambito della fede: all’aspirazione naturale dell’uomo alla
          felicità, si sovrappone, senza annullarla, la beatitudine concessa dalla grazia divina e
          viene ammesso un diritto naturale fondato sulla ragione, che ha una sua autonomia
          rispetto al magistero della Chiesa.

          Alcune  delle  tesi  di  Tommaso,  così  radicalmente  innovatrici,  fecero  scalpore  e
          suscitarono le più vivaci reazioni da parte dei teologi contemporanei: la non attualità
          della  materia  prima,  la  materia  come  principio  di  individuazione,  la  non
          conoscibilità  dell’individuale  e  soprattutto  l’unità  della  forma  sostanziale.
          Nonostante  l’intervento  di  Alberto  Magno  a  favore  del  suo  antico  discepolo,  si

          arrivò alla condanna del 1277 da parte del vescovo E. Tempier, a Parigi, e a Oxford,
          sotto la pressione dell’arcivescovo di Canterbury R. Kilwardby: condanne ribadite
          nel 1284 e nel 1286 da J. Peckham, successore di Kilwardby. L’ordine domenicano
          si impegnò nella difesa del suo più grande maestro e nel 1278 dichiarò il tomismo*
          dottrina  ufficiale  dell’ordine.  Ciononostante,  la  condanna  non  fu  abrogata  che  nel
          1325, dopo la santificazione di Tommaso (promulgata da Giovanni XXII il 18 luglio
          1323).

          Bibliogr.: Le opere di T. sono pubblicate in numerose edizioni; indichiamo quella
          voluta  da  Leone XIII, 16 voll, sinora pubblicati,  Roma 1882 e sgg., e quella della
          casa editrice Marietti, Torino 1895 e sgg. di cui sono usciti una quarantina di volumi.
          La Summa theologiae è tradotta in italiano a cura dei Domenicani, Firenze 1949 e
   835   836   837   838   839   840   841   842   843   844   845