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Vangelo,  riedizione  della  religione  naturale  (1730),  costituisce  uno  dei  testi

          canonici del deismo*. Il cristianesimo è per Tindal una delle tante varianti storiche
          della  religione  naturale:  gli  elementi  superstiziosi  e  irrazionali  che  esso  contiene,
          così come il rituale e la liturgia, sono destinati a sparire col progressivo affermarsi
          della  ragione,  nonostante  la  resistenza  interessata  degli  ecclesiastici.  Il  secondo
          volume  dell’opera,  lasciato  manoscritto  dall’autore,  fu  fatto  bruciare  dall’autorità
          ecclesiastica ed è andato così perduto.

          TIPI (TEORIA DEI), teoria della logica matematica, introdotta nel 1908 da B. Russell,
          che  permette  di  superare  le  antinomie  che  affliggono  la  formulazione  insiemistica
          della logica matematica. Le antinomie logiche sono di solito fondate sull’eccessiva
          generalità del concetto di insieme così come era stato introdotto da G. Cantor; infatti
          nelle più celebri antinomie interviene sempre un insieme che funge sia da insieme
          vero  e  proprio  sia  da  elemento  di  un  altro  insieme  (eventualmente  se  stesso).  La

          teoria dei tipi parte dalla constatazione che esiste una differenza invalicabile tra gli
          elementi di un insieme e l’insieme stesso; analogamente gli insiemi di elementi sono
          enti  differenti  dagli  insiemi  di  insiemi.  Per  tener  conto  di  questa  differenza  si
          introduce una gerarchia tra le entità associate a un universo assegnando il tipo 0 agli
          elementi o punti dell’universo, il tipo 1 agli insiemi di elementi, il tipo 2 agli insiemi

          di insiemi e così via; in generale all’insieme degli insiemi di tipo n si associa il tipo
          n + 1. L’introduzione del concetto di tipo rende quindi privo di senso il chiedersi se
          un insieme può contenere o no se stesso come elemento in quanto il tipo associato a
          un insieme è diverso dal tipo associato ai suoi elementi: si elimina così l’antinomia
          di  Russell  e  analogamente  tutte  le  antinomie  logiche.  La  teoria  dei  tipi
          opportunamente  ampliata  e  formalizzata  è  alla  base  della  logica  dei  predicati
          allargata.
          TÌPICO. Nell’estetica, la categoria del tipico viene introdotta per sottolineare che il

          prodotto della creazione artistica non è mai semplice imitazione della contingente
          realtà storico-naturale, ma idealizzazione e purificazione di essa. In un senso molto
          generale si può dire che già l’imitazione* (mimesi) aristotelica, in quanto mira al
          verisimile e al necessario, coglie il tipico. Più specificamente per Ruskin l’artista si
          frappone tra la natura e l’uomo comune per rivelare a quest’ultimo le forme ideali, o

          tipiche,  che  quella  racchiude.  Della  nozione  del  tipico  hanno  fatto  largo  uso
          l’estetica  marxistica,  da  Engels  a  Lukács,  e  la  poetica  del  realismo  socialista.
          Estranea  al  pensiero  del  Croce,  la  categoria  del  tipico  è  entrata  nella  cultura
          filosofica  italiana  soprattutto  per  gli  scritti  di  G.  Della  Volpe,  che  ha  tentato  di
          innestare  l’estetica  marxistica  nel  tronco  classico-aristotelico,  sostenendo  contro
          Lukács e la tradizione romantica la natura intellettivo-concettuale del tipico nell’arte.

          TOCCO (Felice), filosofo e storico della filosofia italiano (Catanzaro 1845 - Firenze
          1911). Scolaro di B. Spaventa, di L. Settembrini e di F. Fiorentino, insegnò prima
          antropologia nell’università di Roma e poi storia della filosofia in quelle di Pisa e di
          Firenze. Come storico della filosofia coltivò con rigoroso scrupolo filologico alcuni
          problemi,  in  particolare  la  cronologia  degli  scritti  platonici,  il  fondamento

          filosofico-religioso delle eresie medievali e l’evoluzione del pensiero di G. Bruno.
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