Page 838 - Dizionario di Filosofia
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impugnantes  Dei  cultum  et  religionem,  ottenendo  l’intervento  del  papa  a  favore

          degli ordini mendicanti. In questo periodo compose i commenti al De Trinitate e al
          De  hebdomadibus  di  Boezio,  le Quaestiones  disputatae  « De  veritate  »,  i
          Quodlibeta  VII-XI  e  iniziò,  nel  1258,  la Summa  contra  Gentiles  (completata  nel
          1263), scritta con l’intento di dimostrare ai musulmani la verità della fede cattolica.
          Nel 1259 Tommaso tornò in Italia, ove insegnò presso la curia pontificia, prima ad
          Anagni  (1259-1261)  e  poi  a  Orvieto  (1261-1265);  di  là  passò  a  dirigere  lo  «

          Studium generale » dell’ordine domenicano, che aveva sede nel convento di Santa
          Sabina in Roma (1265-1267); infine fu richiamato da Clemente IV alla curia, che era
          allora a Viterbo, e là rimase fino al novembre 1268. Questo decennio italiano è un
          periodo particolarmente fecondo. Anzitutto Tommaso scrisse, su richiesta del papa
          Urbano IV, due opere destinate a favorire la riunificazione della Chiesa greca con la
          Chiesa  latina: Contra  errores  Graecorum  (1263)  e  la Catena  aurea.  Inoltre
          l’incontro  con  il  domenicano  Guglielmo  di  Moerbecke,  che  era  un  esperto

          conoscitore  del  greco,  favorì  il  suo  disegno  di  approfondire  la  conoscenza  di
          Aristotele e dei commentatori greci di Aristotele; Tommaso lo pregò di apprestargli
          una nuova e più accurata traduzione di questi testi greci, che egli poi intraprese a
          commentare.  Appartengono  a  quest’epoca  anche  le Quaestiones  disputatae  « De
          potentia  »  e  « De anima  »  e  il  trattato  politico De regimine principum  (rimasto
          incompiuto),  ma  l’opera  più  importante  di  questo  periodo  (dal  1267)  fu  la  prima

          parte della monumentale Summa theologiae.
          Nel  gennaio  1269  Tommaso  ritornò  a  Parigi  per  riprendervi  l’insegnamento
          universitario e vi ritrovò un’atmosfera di lotta, non solo perché i maestri secolari
          avevano  ripreso  le  ostilità  contro  gli  ordini  mendicanti,  ma  soprattutto  perché  a
          Parigi prosperava la nuova corrente dell’averroismo* latino, per merito di Sigieri di
          Brabante  e  Boezio  di  Dacia.  Contro  costoro  i  maestri  più  fedeli  alla  tradizione
          agostiniana  (soprattutto  i  francescani)  finivano  per  respingere  ogni  forma  di

          aristotelismo, anche quello fatto rivivere da Tommaso. Questi nel 1270 scrisse il De
          unitate  intellectus  contra  Averroistas,  in  cui  rifiuta  l’interpretazione  averroistica
          dell’aristotelismo; d’altra parte fece fronte agli avversari dell’opposta barricata nel
          De aeternitate mundi contra murmurantes, per sostenere a un tempo l’assolutezza
          della fede e la libertà della ricerca filosofica. Nello stesso periodo compose le altre

          Quaestiones  disputatae  (« De  malo  »,  «  De  virtutibus  »,  «  De  unione  Verbi
          incarnati », « De spiritualibus creaturis »), i Quodlibeta I-VI e XII, alcuni opuscoli
          e soprattutto continuò la stesura della Summa theologiae, di cui completò la seconda
          parte.  Nel  1272  ritornò  in  Italia,  a  Napoli,  ove  organizzò  un  nuovo  «  Studium
          generale » dell’ordine domenicano. A Napoli proseguì la composizione della terza
          parte della Summa theologiae, rimasta incompiuta (fu completata dal suo segretario
          Reginaldo da Piperno, che utilizzò il Commento alle Sentenze). Inviato da Gregorio
          X  a  partecipare  all’imminente  2°  concilio  di  Lione,  partì  da  Napoli  nel  gennaio

          1274; ammalatosi durante il viaggio, morì il 7 marzo 1274. Il sistema filosofico di
          Tommaso d’Aquino si può definire una riforma e un rinnovamento dell’aristotelismo,
          per adeguarlo al nuovo contesto culturale nel quale egli opera e per accordarlo con
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