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Friedrich Schiller) per indicare l’ideale morale dell’armonia tra dovere e
inclinazione, lo stato in cui la virtù non costa sforzo ma è spontanea e naturale.
L’ideale dell’anima bella voleva essere un superamento del rigorismo kantiano, che
presuppone un’antitesi tra l’imperativo categorico e gli impulsi sensibili.
• Anima del mondo. Gli antichi designavano con tale espressione una forza
immateriale che permeava di sé tutto l’universo, costituendo il principio motore e il
principio plastico della materia, vale a dire comunicava la forma e il movimento a
tutte le cose. Tale dottrina, probabilmente già presente nel pitagorismo, fu esposta da
Platone (nel Timeo), che considerò l’anima del mondo come mediatrice tra il Dio
supremo e l’universo. Pergli stoici essa coincideva con Dio stesso (panteismo). Per
i neoplatonici, emanava dall’Uno o Dio ed era una sostanza (ipostasi) intermedia tra
l’intelletto e le cose sensibili. L’idea di un’anima del mondo si ritrova in alcuni
pensatori del Rinascimento (Cornelio Agrippa, Paracelso, Giordano Bruno, ecc.) e
in Schelling, che se ne servì per spiegare l’organicità del mondo.
ANIMISMO. In filosofia, dottrina di G.E. Stahl (1660-1734), secondo cui non solo i
fatti psichici, ma tutti i fenomeni della vita, anche i fatti organici, hanno come
proprio principio e causa l’anima pensante. Tale dottrina si oppone sia al
meccanicismo, che vede nei fenomeni vitali unicamente fenomeni fisicochimici, sia
a l vitalismo, che li spiega mediante un principio vitale, semimateriale e
semispirituale, distinto tanto dalle forze fisicochimiche quanto dall’anima pensante.
Contrariamente al duodinamismo dei vitalisti, che suppone due princìpi differenti,
da una parte la coscienza e dall’altra la vita vegetativa, gli animisti attribuiscono a
una causa unica, l’anima pensante e razionale, sia i fenomeni vitali sia quelli
psicologici.
• Nella storia delle religioni, forma primitiva di religiosità che considera tutte le
cose governate da un’entità spirituale o anima. II termine animismo fu introdotto da
E. B. Tylor (1832-1917), il quale vedeva in esso la forma originaria della religione.
ANNÌCERI o ANNICÈRIDE, in gr. Anníkeris, filosofo greco di Cirene vissuto tra il IV
e il III sec. a.C., iniziatore di un nuovo indirizzo della scuola cirenaica, di cui fu uno
dei principali rappresentanti: egli considerava infatti come fondamento della morale
non il piacere individualistico, ma la simpatia verso gli altri uomini, e quindi
rivalutava l’amicizia, i legami familiari, l’amor di patria, contrapponendosi agli altri
cirenaici suoi contemporanei, Teodoro l’Ateo ed Egesia.
ANSELMO d’Aosta (santo), filosofo e teologo, dottore della Chiesa (Aosta 1033 -
Canterbury 1109). Di nobile famiglia, seguì le lezioni di Lanfranco di Pavia nel
monastero benedettino di Santa Maria di Bec, in Normandia, del quale divenne poi
priore nel 1063 e abate nel 1078. Eletto arcivescovo di Canterbury nel 1093,
succedendo al suo maestro Lanfranco, ebbe a sostenere una lunga lotta con la corona
inglese per le investiture dei vescovi: esiliato da Guglielmo il Rosso, poi da Enrico
I, ritornò nel 1106 in seguito ad una transazione. Anseimo fu il più eminente
pensatore del suo secolo: uomo di fede religiosa, ebbe tuttavia piena fiducia nella
ragione, con la quale pensava di potere ottenere la dimostrazione rigorosa di