Page 82 - Dizionario di Filosofia
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Friedrich  Schiller)  per  indicare  l’ideale  morale  dell’armonia  tra  dovere  e

          inclinazione,  lo  stato  in  cui  la  virtù  non  costa  sforzo  ma  è  spontanea  e  naturale.
          L’ideale dell’anima bella voleva essere un superamento del rigorismo kantiano, che
          presuppone un’antitesi tra l’imperativo categorico e gli impulsi sensibili.
          •  Anima  del  mondo.  Gli  antichi  designavano  con  tale  espressione  una  forza

          immateriale che permeava di sé tutto l’universo, costituendo il principio motore e il
          principio plastico della materia, vale a dire comunicava la forma e il movimento a
          tutte le cose. Tale dottrina, probabilmente già presente nel pitagorismo, fu esposta da
          Platone  (nel Timeo), che considerò l’anima del mondo come mediatrice tra il Dio
          supremo e l’universo. Pergli stoici essa coincideva con Dio stesso (panteismo). Per
          i neoplatonici, emanava dall’Uno o Dio ed era una sostanza (ipostasi) intermedia tra
          l’intelletto  e  le  cose  sensibili.  L’idea  di  un’anima  del  mondo  si  ritrova  in  alcuni
          pensatori del Rinascimento (Cornelio Agrippa, Paracelso, Giordano Bruno, ecc.) e

          in Schelling, che se ne servì per spiegare l’organicità del mondo.
          ANIMISMO. In filosofia, dottrina di G.E. Stahl (1660-1734), secondo cui non solo i
          fatti  psichici,  ma  tutti  i  fenomeni  della  vita,  anche  i  fatti  organici,  hanno  come
          proprio  principio  e  causa  l’anima  pensante.  Tale  dottrina  si  oppone  sia  al

          meccanicismo, che vede nei fenomeni vitali unicamente fenomeni fisicochimici, sia
          a l vitalismo,  che  li  spiega  mediante  un  principio  vitale,  semimateriale  e
          semispirituale, distinto tanto dalle forze fisicochimiche quanto dall’anima pensante.
          Contrariamente  al duodinamismo dei vitalisti, che suppone due princìpi differenti,
          da una parte la coscienza e dall’altra la vita vegetativa, gli animisti attribuiscono a
          una  causa  unica,  l’anima  pensante  e  razionale,  sia  i  fenomeni  vitali  sia  quelli
          psicologici.

          •  Nella  storia  delle  religioni,  forma  primitiva  di  religiosità  che  considera  tutte  le
          cose governate da un’entità spirituale o anima. II termine animismo fu introdotto da
          E. B. Tylor (1832-1917), il quale vedeva in esso la forma originaria della religione.

          ANNÌCERI o ANNICÈRIDE, in gr. Anníkeris, filosofo greco di Cirene vissuto tra il IV
          e il III sec. a.C., iniziatore di un nuovo indirizzo della scuola cirenaica, di cui fu uno
          dei principali rappresentanti: egli considerava infatti come fondamento della morale
          non  il  piacere  individualistico,  ma  la simpatia  verso  gli  altri  uomini,  e  quindi
          rivalutava l’amicizia, i legami familiari, l’amor di patria, contrapponendosi agli altri
          cirenaici suoi contemporanei, Teodoro l’Ateo ed Egesia.
          ANSELMO d’Aosta (santo), filosofo e teologo, dottore della Chiesa (Aosta 1033 -

          Canterbury  1109).  Di  nobile  famiglia,  seguì  le  lezioni  di  Lanfranco  di  Pavia  nel
          monastero benedettino di Santa Maria di Bec, in Normandia, del quale divenne poi
          priore  nel  1063  e  abate  nel  1078.  Eletto  arcivescovo  di  Canterbury  nel  1093,
          succedendo al suo maestro Lanfranco, ebbe a sostenere una lunga lotta con la corona
          inglese per le investiture dei vescovi: esiliato da Guglielmo il Rosso, poi da Enrico

          I,  ritornò  nel  1106  in  seguito  ad  una  transazione.  Anseimo  fu  il  più  eminente
          pensatore del suo secolo: uomo di fede religiosa, ebbe tuttavia piena fiducia nella
          ragione,  con  la  quale  pensava  di  potere  ottenere  la  dimostrazione  rigorosa  di
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