Page 77 - Dizionario di Filosofia
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degli animali, studiò l’anatomia del cervello, e scoprì che i pesci respirano con le
branchie.
Bibliogr.: Anassagora. Testimonianze e frammenti, a cura di D. Lanza, Firenze
1966; su A.: D. Ciurnelli, La filosofia di Anassagora, Padova 1947; J. Zafiropulo,
Anaxagore de Clazomène, Parigi 1948; F. M. Cleve, The philosophy of Anaxagoras,
Nuova York 1949; G. Vlastos, The physical theory of Anaxagoras, « The
philosophycal review », 1950; D. E. Gershenson-D. Greenberg, Anaxagoras and the
birth of scientific method, Nuova York 1964; F. Romano, Anassagora, Padova
1965.
ANASSARCO, in gr. Anáxarchos, filosofo greco di Abdera (IV sec. a.C.), detto
Eudemonico, amico di Alessandro Magno, che seguì nella spedizione d’Asia. Ebbe
per maestro Diogene di Smirne, discepolo di Metrodoro di Chio, a sua volta
discepolo di Democrito; professò la dottrina atomistica di quest’ultimo,
apprezzandone soprattutto le teorie morali. Esercitò una grande influenza su Pirrone.
ANASSIMANDRO, in gr. Anaxímandros, filosofo greco della scuola ionica (Mileto
610 circa - † 546 a.C.). Visse a Mileto, dove fu probabilmente discepolo di Talete, e
fondò una colonia ad Apollonia, sul Ponto Eusino. Scrisse un’opera intitolata Sulla
natura, di cui ci è giunto solo un breve frammento. Anassimandro si pose il
problema del principio di tutte le cose o lo risolse nell’apeiron (infinito), una
materia indeterminata e indifferenziata che racchiude in sé tutti i contrari (come il
caldo e il freddo, il secco e l’umido), i quali si manifestano allorquando si separano
l’uno dall’altro. Ogni nascita è l’esito della separazione dei contrari, ogni morte è la
loro unificazione nell’apeiron; queste sue considerazioni preannunciano quelle di
Eraclito. Poiché pose inoltre l’origine della vita nel fango marino, e più
particolarmente quella dell’uomo nel pesce, la sua dottrina sembra in qualche misura
costituire un’interpretazione di tipo evoluzionistico. Gli viene attribuita l’invenzione,
o piuttosto l’introduzione nella Ionia, dello gnomone o orologio solare, il cui uso lo
avrebbe condotto a scoprire l’obliquità dello zodiaco. Pare anche che per primo
abbia tracciato una carta del mondo allora conosciuto; condusse inoltre ricerche
sulla distanza e la grandezza relativa degli astri.
Bibliogr.: Jonici, testimonianze e frammenti, a cura di A. Maddalena, Firenze 1963;
A. Maddalena, Sulla cosmologia ionica da Talete a Eraclito, Padova 1940; Aa.
Vv. , Hésiode et son influence, Genève-Vandoeuvres 1962; R. Lahaye, La
philosophie ionienne: l’école de Milet, Parigi 1967; su A. in particolare: H.
Schwabl, Anaximander, « Archiv für Geschichte der Philosophie », 1964; H. B.
Gottschalk, Anaximander’s ’Apeiron’, « Phronesis », 1965.
ANASSIMÈNE di Mileto, in gr. Anaximénēs, filosofo greco (586 circa - 528 a.C.). Fu
discepolo di Anassimandro e l’ultimo rappresentante della scuola di Mileto. Della
sua opera Sulla natura non ci resta che un breve frammento; conosciamo il suo
pensiero soprattutto attraverso Diogene Laerzio, che a sua volta dovette ispirarsi a
un saggio monografico di Teofrasto. Come già Talete ed Anassimandro, anche
Anassimene si pose il problema del principio di tutte le cose: per lui tale principio