Page 74 - Dizionario di Filosofia
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Dall’analogia d’attribuzione viene distinta l’analogia di proporzionalità, per la
quale uno stesso termine viene attribuito a due o più oggetti non in ragione del loro
rapporto con un terzo, ma perché esiste una somiglianza, una proporzione (è questo
il significato primitivo di analogia) tra il rapporto del primo oggetto con il suo
attributo e il rapporto del secondo oggetto con il suo attributo. L’analogia di
proporzionalità entra in gioco nella questione degli attributi divini: il termine «
sapiente » non si applica a Dio nello stesso senso (univocamente) che all’uomo, ma
analogicamente. In particolare, san Tommaso d’Aquino afferma che la nozione di «
essere », applicata a Dio e alle creature, è analogica, non univoca, in quanto Dio è
l’Essere necessario, in cui essenza ed esistenza si identificano, mentre negli esseri
finiti essenza ed esistenza sono realmente distinte. La dottrina dell’analogia
dell’essere è anche la base della distinzione tomista tra metafìsica (scienza
dell’essere finito) e teologia (scienza dell’essere necessario); essa venne criticata da
Duns Scoto, che riaffermò invece il principio dell’univocità dell’essere.
• Ragionamento per analogia, forma di ragionamento per cui, constatate alcune
somiglianze tra due cose, se ne inferisce che esse hanno altre somiglianze, altri
caratteri comuni. Non è un procedimento rigoroso e ha un valore soltanto probabile;
tuttavia riesce utile in quei casi in cui non conosciamo direttamente un oggetto, ma
sappiamo che questo possiede alcuni caratteri comuni con un altro oggetto a noi noto.
Pertanto il ragionamento analogico ha una grande importanza nella condotta della
vita e anche in molte scienze, dove spesso è il punto di partenza di ipotesi, e quindi
di ricerche ed esperienze che tali ipotesi suggeriscono.
• Analogie dell’esperienza sono chiamate da Kant le regole di permanenza, di
successione e di simultaneità che legano tra di loro le percezioni, in modo da
rendere possibile l’unità dell’esperienza (Critica della ragion pura).
ANÀLOGO. Si dice di un termine che viene attribuito a diversi oggetti con lo stesso
significato, ma per titolo diverso o con diversa proporzione. (V. ANALOGIA di
attribuzione e ANALOGIA di proporzionalità.) [I termini analoghi sono medi tra gli
univoci, che vengono attribuiti a diversi oggetti con lo stesso identico significato, e
gli equivoci, che vengono attribuiti a diversi oggetti con significato totalmente
diverso: come il termine cane che viene attribuito all’animale e alla costellazione.]
ANÀMNESI (dal gr. anámnēsis, ricordo). Secondo Platone (nel Menone e in altri
dialoghi), la reminiscenza delle idee, già conosciute in una vita anteriore, che
tornano alla mente dell’uomo in seguito alla percezione degli oggetti sensibili, ma
non in dipendenza da questa. (In tal modo Platone rende autonoma la conoscenza
intellettiva rispetto alla conoscenza sensibile, che fornisce solo l’occasione per
richiamare le idee già preesistenti nell’anima.)
ANAPODÌTTICO (gr. anapódeiktos, da an priv. e apodeiktós, dimostrabile). Secondo
Aristotele, il procedimento dimostrativo sillogistico, sul quale si fonda la scienza,
presuppone alcune premesse prime, dalle quali esso parte, che sono anapodittiche,
cioè non hanno bisogno di dimostrazione ma sono evidenti di per se stesse
all’intelletto; altrimenti, se anch’esse dovessero essere dimostrate, si avrebbe un