Page 78 - Dizionario di Filosofia
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era l’aria, che è un elemento osservabile e determinato come l’acqua, posta come
principio da Talete, ma è più sottile, si regge senza supporto ed è dotata di un potere
d’illimitata diffusione. D’altra parte, l’aria, in quanto soffio e respiro, è principio di
vita e di animazione di tutti gli esseri: « proprio come l’anima nostra, che è aria, ci
sostiene, così il soffio e l’aria circondano il mondo intero ». Anassimene rifiutò
quindi il principio astratto e indeterminato posto da Anassimandro a fondamento di
tutte le cose, forse perché nella dottrina anassimandrea il processo di derivazione
delle cose dal primo principio (in quanto processo di differenziazione qualitativa
dell’indeterminato) finiva per compromettere l’unità del principio; invece
Anassimene precisò che l’aria dà luogo alle varie sostanze per via di condensazione
e di rarefazione, a seconda che essa si contragga o si dilati (dalla rarefazione
dell’aria ha origine il fuoco; dalla sua condensazione l’acqua, e poi la terra): basta
dunque una sola causa, in virtù dell’azione uniforme delle sue proprietà specifiche, a
render conto della varietà dei fenomeni.
Bibliogr.: Si veda la bibliografia generale relativa ad Anassimandro.
ANDRÒNICO di Rodi, in gr. Andrónikos, filosofo peripatetico del I sec. a.C., 11°
scolarca del Liceo dopo Aristotele. Visse a Roma ai tempi di Cicerone. La sua fama
è dovuta alla pubblicazione delle opere acroamatiche* di Aristotele e di Teofrasto,
contenute nella biblioteca di Apellicone*, che Silla aveva fatto portare a Roma
nell’84 a. C. Andronico rivide l’edizione affrettata che era stata fatta dal grammatico
Tirannione, bibliotecario di Cicerone, e vi aggiunse una « tavola », in cui elencava
tutte le opere di Aristotele, e un’introduzione, in cui esponeva il metodo seguito
nell’edizione.
ANFIBOLÌA (dal gr. amphibolía, ambiguità). In logica, errore o sofisma derivante
dall’uso di un termine o di un costrutto grammaticale che può essere interpretato in
due o più modi. (Kant chiamò anfibolia una forma particolare di equivoco, che
consiste nel riportare alla stessa facoltà gli oggetti propri di due facoltà diverse: per
es., non distinguere l’applicazione dei principi dell’intelletto ai dati dell’esperienza
e la loro applicazione alle cose in sé significa commettere, secondo Kant,
un’anfibolia trascendentale.)
ANFIBOLOGÌA. Termine usato in genere come sin. di ANFIBOLIA, ma che indica più
particolarmente l’errore o il sofisma derivante dall’uso di un costrutto grammaticale
che può essere interpretato in più modi.
ANGIULLI (Andrea), filosofo e pedagogista italiano (Castellana, Bari, 1837 - Roma
1890). Dapprima allievo dello Spaventa, aderì poi al positivismo. Fu professore di
pedagogia nell’università di Bologna (1872-1876), poi in quella di Napoli (dal 1876
alla morte). Nel 1880 fondò la Rassegna critica di opere filosofiche, scientifiche e
letterarie. Il suo positivismo è scevro degli atteggiamenti romanticoreligiosi del
Comte e tende a risolversi in pretto naturalismo e fenomenismo. Egli condanna
l’agnosticismo dello Spencer e considera la ricerca metafìsica, di ciò che sorpassa
la sfera immediata della percezione, come parte integrante della stessa ricerca
positiva e scientifica. Sostenitore in pedagogia di un indirizzo liberaledemocratico e