Page 803 - Dizionario di Filosofia
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perché ci aiuti a soddisfare i nostri desideri. A smentita della superstizione che il
mondo sia stato da Dio creato per l’uomo sta la constatazione, dice ironicamente
Spinoza, « che ci sono anche non poche cose piuttosto scomode, come i terremoti, le
tempeste e le malattie ». Tuttavia gli uomini imperterriti suppongono allora che
queste derivino dall’indignazione divina per misteriosi torti ricevuti, o per
inadempienze etiche e cultuali. Ma la mente umana, che è un « modo » del pensiero
universale e come tale è capace di vedere le cose in ciò che esse hanno di eterno,
può giungere a liberarsi dal groviglio delle idee inadeguate e a intendere che la
cosiddetta « volontà di Dio » non è che la necessità razionale, che stringe tutte le
cose, e che quella che noi chiamiamo « libertà » coincide con l’etema
determinazione del tutto. La finitezza e la limitazione dell’essere umano sono
anch’esse del resto necessarie; l’errore e l’inadeguatezza del conoscere dipendono
dal meccanismo delle passioni, allo studio del quale è dedicata la parte terza
dell’Etica. Per liberarsi dalle passioni bisogna comprenderle, « trasformare la loro
passività in un’attività che vince ogni sentimento e si identifica nello stesso tempo
con la comprensione del pensiero ». Ma comprendere qualunque aspetto della realtà
è comprendere Dio, e « comprendere Dio non è cosa differente dall’amare Dio ».
Noi possiamo con l’intuizione, forma suprema del sapere, oltrepassante tanto la
conoscenza inadeguata quanto quella adeguata, sentire e vedere che tutto in Dio si
muove e si svolge. Da tale visione nasce l’amore intellettuale di Dio (amor Dei
intellectualis), che è il risolversi di ogni nostro sentimento « nell’amore eterno con
cui Dio ama se stesso e, in se stesso, gli uomini e il mondo ».
Bibliogr.: Opera, a cura di C. Gebhardt, 4 voll., Heidelberg 1924; in italiano: Etica,
a cura di G. Radetti, Firenze 1963; Trattato teologico-politico, a cura di S.
Casellato, Venezia 1945; Epistolario; Torino 1951; (altra edizione, a cura di E. G.
Boscherini, Torino 1973); Trattato politico, Torino 1958; Breve trattato, a cura di
G. Semerari, Firenze 1953; Emendazione dell’intelletto, Principi della filosofia
cartesiana, Pensieri metafisici, a cura di E. de Angelis, Torino 1962; su S.: L.
Brunschvicg, Spinoza et ses contemporains, Parigi 1896; L. Roth, Spinoza,
Descartes and Maimonides, Oxford 1924; C. Gebhardt, Spinoza, Lipsia 1932; J. R.
Carré, Spinoza, Parigi 1936; P. Di Vona, Studi sull’ontologia di Spinoza, 2 voll.,
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Vernière, Spinoza et la pensée française avant la révolution, 2 voll., Parigi 1954;
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1966; R. J. Mc Shea, The political philosophy of Spinoza, Nuova York-Londra
1968.
SPIR (Afrikan Aleksandrovič), filosofo russo (Elizavetgrad, od. Kirovograd,
Ucraina, 1837 - Ginevra 1890). Abbandonata la carriera militare per dedicarsi alla
filosofia, studiò a Lipsia e a Heidelberg e si stabilì infine in Svizzera. Scrisse tutte le
sue opere in tedesco o in francese. Ebbe un altissimo concetto di sé e
dell’importanza della sua filosofia, che considerava come l’espressione più alta del
XIX sec. e l’annuncio profetico di una nuova civiltà. Muovendo da premesse kantiane