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possiedono un gran numero di caratteri identici, oltre a un numero minore di caratteri
diversi da individuo a individuo e da razza a razza. La specie così definita è allora
l’insieme degli individui dotati di genotipi identici o affini e che si riproducono
esclusivamente all’interno della specie.
SPECIFICAZIONE. Nella logica, la distinzione delle specie appartenenti a un genere.
(Per Kant esiste una legge di specificazione, in forza della quale l’intelletto è spinto
a dividere ogni unità nei suoi componenti molteplici: la legge opposta, a cui pure
obbedsee l’attività dell’intelletto, è quella della omogeneità.)
SPECULAZIONE. La conoscenza disinteressata, fine a se stessa, contemplativa; la
conoscenza che non cerca le sue giustificazioni né nella osservazione né
nell’esperienza. Il primo significato del termine speculazione nel senso di atto del
pensiero volto a « vedere » (in gr. theōría), a contemplare la realtà, in
contrapposizione all’atto pratico o morale (prâxis) e a quello poietico o produttivo
(póiēsis), è fissato da Aristotele, il quale classifica come speculative le scienze
naturali, ovvero la matematica, la fisica e la filosofia prima. Per lo stesso Aristotele
la speculazione è virtù che assicura la felicità in quanto libera l’uomo dai suoi
legami e lo rende autarchico. Per questa via il termine assunse, attraverso la
mediazione dei neoplatonici, il significato di contemplazione nei mistici medievali.
Il secondo significato, ovvero di conoscenza prescindente dalla sperimentazione, fu
introdotto nel linguaggio filosofico da Kant: « una conoscenza teoretica è speculativa
se si riferisce a un oggetto, o al concetto di un oggetto, a cui non si può giungere in
alcuna esperienza. La speculazione si contrappone perciò alla conoscenza naturale,
che si riferisce solo ad oggetti o a predicati che possono essere dati in un’esperienza
possibile ». Kant nega la possibilità della conoscenza speculativa; Hegel al
contrario, che riprende capovolgendola la distinzione kantiana, chiama speculativo il
momento più alto della sua dialettica, ovvero quello della sintesi nella quale si
realizza « l’unità delle determinazioni nella loro opposizione », e quindi per lui
speculativa è la vera conoscenza del reale. La filosofia seguente, a partire da Marx,
che all’astrattezza della speculazione contrappose la prassi, e particolarmente quella
contemporanea, può invece essere definita come programmaticamente «
antispeculativa » in quanto ha portato e porta in primo piano per lo più i valori
dell’azione, dell’esistenza, dell’intuizione o dell’esperienza.
SPENCER (Herbert), filosofo inglese (Derby 1820 - Brighton 1903). Dopo aver
lavorato per qualche tempo come ingegnere, lasciò la professione (1846) e cominciò
a scrivere articoli di economia e di teoria politica sulla rivista The Economist. Dopo
il 1855, anno di pubblicazione dei suoi Principi di psicologia, si dedicò
completamente all’elaborazione del suo sistema filosofico, vivendo spesso in gravi
ristrettezze. Ai Principi lo Spencer fece seguire il saggio sul Progresso, sua legge e
sua causa (1857), nel quale i fondamenti dell’evoluzionismo risultano già fissati in
forma quasi definitiva. Vennero poi i volumi del Sistema di filosofia sintetica, del
quale l’autore aveva tracciato il piano fin dal 1860; Primi principi (1862), Principi
di biologia (1864-1867), Principi di psicologia (1870-1872), Principi di
sociologia (1877-1896), Principi di etica (1892-1893). A questa monumentale