Page 801 - Dizionario di Filosofia
P. 801

riprova, occorrerà provocarle, costruendo modelli adeguati e forzando la natura a

          rispondere.  La  misura,  la  formulazione  dell’ipotesi  e  la  sperimentazione
          costituiscono così i tre momenti inscindibili del « metodo sperimentale galileiano »,
          al quale si è uniformata e continua a uniformarsi, con raffinamenti e integrazioni che
          non implicano mutamenti qualitativi, tutta la scienza moderna.
          La forza della sperimentazione risiede in primo luogo nel fatto che essa permette di
          realizzare  condizioni  più  favorevoli  di  osservazione,  mettendo  i  fenomeni  alla

          portata dei nostri strumenti, facendoli accadere al momento voluto e riproducendoli
          quante volte è necessario. In secondo luogo la sperimentazione consente di costruire
          serie  continue  di  fenomeni,  attraverso  le  quali  è  possibile  misurare  la  variazione
          relativa  dei  fattori  interdipendenti  e  spingere  così  sempre  più  a  fondo,  in
          connessione  con  il  progresso  delle  tecniche  di  osservazione  e  di  misura,  la
          conoscenza della realtà.
          Della teoria della sperimentazione si sono occupati filosofi e scienziati, fra cui  J.

          Stuart Mill, Whewell, Comte, C. Bernard.
          Problemi di principio e di metodo si sono riproposti in relazione alla microfisica
          (condizionamento perturbatore esercitato sui fenomeni dalla sperimentazione) e alla
          psicologia  (possibilità  o  impossibilità  della  riproduzione  programmata  e
          dell’osservazione  obiettiva  dei  fenomeni  psichici).  Consapevole  del  carattere
          provvisorio e puramente strumentale dei suoi modelli teorici, lo scienziato moderno

          non crede comunque più all’esistenza di un « esperimento cruciale » (il baconiano
          experimentum crucis), che verifichi in modo inconfutabile.
          SPEUSIPPO, in gr. Spéusippos, filosofo greco (Atene 393 a.C. circa - † 339). Figlio
          di  una  sorella  di  Platone,  succedette  nel  347  a  quest’ultimo  nella  direzione
          dell’Accademia.  Secondo  la  testimonianza  di  Aristotele,  interpretò  le  idee

          platoniche in termini matematici e si sforzò di mostrare la riducibilità del mondo
          sensibile a un ordine numerico-geometrico. Dei suoi molti scritti ci sono pervenuti
          scarsissimi  frammenti,  derivati  in  gran  parte  da  un  trattato  in  dieci  libri  sulle
          Similitudini (Hómoia), e cioè sulla classificazione con criteri dialettico-analogici
          del mondo animale e vegetale.

          SPINELLI (Francesco Maria), principe di Scalea, filosofo italiano (Morano Calabro
          1686  -  Napoli  1752).  Discepolo  di  Caloprese,  fu  un  fervido  divulgatore  della
          filosofia  cartesiana,  preoccupato  di  dimostrare  che  il  pensiero  di  Cartesio  era
          perfettamente compatibile con la fede religiosa e non implicava necessariamente le
          conseguenze  spinoziane  e  gassendiste.  Oltre  all’opera  di  apologia  cartesiana
          Riflessioni  sopra  di  solidissimi  argomenti  tratti  dalla  prima  filosofia  (1733),

          scrisse  una Dissertatio de origine mali  (1750)  e  una Dissertatio de origine boni
          (1751).
          SPINOZA  (Baruch  [in  lat. Benedictus]  DE),  filosofo  olandese  (Amsterdam  1632  -
          L’Aia 1677). La sua famiglia, eminente nella comunità israelitica di Amsterdam, era

          giunta in Olanda dal Portogallo, sfuggendo a una recrudescenza delle persecuzioni
          antisemite  (la  grafìa  originaria  del  cognome  è D’ESPINOSA).  Nella  scuola  della
          comunità studiò l’ebraico, la Bibbia e il Talmud. Presso il medico F. A. Van den
   796   797   798   799   800   801   802   803   804   805   806