Page 794 - Dizionario di Filosofia
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psicologia contemporanea.

          SOSTANZIALE.  Nella  filosofia  aristotelico-scolastica,  la forma  sostanziale  è  la
          struttura comune a tutti gli individui di una medesima specie, i quali poi differiscono
          fra loro per l’ulteriore sopravvenire delle forme accidentali.

          SOTTILE (MATERIA).  Materia  tenue  e  mobile,  non  percepibile  dai  sensi.  (Secondo
          Democrito l’anima è un aggregato di atomi sferici, ignei e sottili, diversi da quelli
          pesanti, freddi e di forme diverse, costituenti il corpo.  Cartesio chiama « materia
          sottile » una sorta di etere cosmico, in cui la terra sarebbe immersa.)
          SOVRASTRUTTURA.  Per  K.  Marx,  l’insieme  delle  «  forme  giuridiche,  politiche,
          religiose, artistiche e filosofiche, in breve, le forme ideologiche » determinate dalla

          struttura economica.
          SOZIÓNE il Peripatetico, detto il Vecchio, in gr. Sōtíōn, filosofo greco (secc. III-II a.C.).
          Secondo una tendenza della scuola, riconducibile in parte all’esempio offerto dalla
          Metafisica  di  Aristotele,  scrisse  una Successione  dei  filosofi  (Diadochē  tôn

          philosóphōn),  vale  a  dire  una  vera  e  propria  storia  della  filosofia,  alla  quale
          attinsero Diogene Laerzio e Ateneo.
          SPALLETTI (Giuseppe), erudito e filosofo italiano, vissuto nel XVIII sec.  Della sua
          vita si hanno scarsissime notizie. È noto soprattutto come autore di un Saggio sopra
          la bellezza, pubblicato anonimo nel 1765 sotto la forma di una lettera indirizzata ad
          A.  R.  Mengs.  In  esso  l’autore,  correggendo  la  concezione  classicistica  del  bello

          come  idea  sempre  inadeguatamente  incarnata  nella  natura  e  nell’opera  d’arte,
          sostiene  la  tesi  che  la  bellezza  consiste  nel  «  caratteristico  »,  cioè  in  quella
          particolarità del reale che l’intelletto si aspetta di vedere rilevata ed esaltata e nel
          percepire  la  quale  prova  un  particolare  piacere.  L’opera,  che  ebbe  una  certa
          diffusione  nella  cultura  europea  (piacque  fra  gli  altri  a  Goethe  e  a  Tolstoi),

          rappresenta  una  delle  manifestazioni  significative  della  crisi  della  concezione
          classicistica del bello.
          SPAVENTA  (Bertrando),  filosofo  italiano  (Bomba,  Chieti,  1817  -  Napoli  1883).
          Ordinato sacerdote (1840), insegnò a Napoli fino a quando non dovette esulare dopo
          le vicende del 1848-1849. Si stabilì prima a Firenze e poi a Torino, dove depose
          l’abito  sacerdotale,  pubblicò  i  suoi  studi  su  Hegel  e  prese  parte  attiva  alla  lotta

          politico-culturale,  polemizzando  con  i  gesuiti  della Civiltà  Cattolica  e  con  gli
          avversari  dello  hegelismo.  Nel  1860  ebbe  la  cattedra  di  storia  della  filosofia  a
          Bologna,  quindi,  l’anno  seguente,  quella  di  filosofia  a  Napoli.  Fu  deputato  al
          parlamento per tre legislature.
          Lo  Spaventa  come  storico  della  filosofia  elaborò  un  suo  concetto  della  «

          circolazione  del  pensiero  italiano  ».  Mentre  per  i  giobertiani  la  filosofia  italiana
          aveva  come  carattere  specifico  la  sua  ininterrotta  fedeltà  alla  linea  platonico-
          cristiana,  lo  Spaventa  volle  dimostrare,  con  gli  studi  dedicati  al  pensiero  del
          Rinascimento  e  a  quello  a  lui  contemporaneo,  che  la  filosofia  moderna,  laica  e
          idealistica, era nata in Italia. Il fatto che lo sviluppo più vigoroso si fosse poi avuto
          in Germania non doveva far perdere di vista la sostanziale identità di vedute che lega
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