Page 789 - Dizionario di Filosofia
P. 789

Firenze 1949; lo studio fondamentale è: M. Untersteiner, I sofisti, Milano 1967; per

          la comprensione del contesto in cui il movimento sofistico si è sviluppato: E. Maier,
          Socrate,  Firenze  1943;  W.  Nestle, Von  Mythos  zu  Logos,  Stoccarda  1940;  E.
          Dupréel, Les sophistes, Neuchâtel 1949; A. Levi, Storia della sofistica, a cura di D.
          Pesce, Napoli 1966.

          SOGGETTIVISMO. Concezione filosofica che sostiene la natura soggettiva della realtà
          nei suoi vari aspetti. La relatività rispetto al soggetto e l’assenza di oggettività sono
          state intese nella storia del pensiero in modi molto diversi e con molteplici sfumature
          e  attenuazioni.        Il  termine soggettivismo  acquista  perciò  una  sufficiente
          determinatezza  solo  se  se  ne  limita  il  campo  in  un  contesto  preciso.  Così  al
          soggettivismo gnoseologico appartengono tutte quelle teorie della conoscenza che
          riducono  più  o  meno  integralmente  gli  oggetti  a  modificazioni  dell’io.  Il  Rosmini
          preferiva il termine psicologismo, che ha più o meno lo stesso ambito di significato.

          Dopo Kant il soggettivismo gnoseologico di tipo trascendentale, fondato cioè sulla
          nozione  di  un  soggetto  universale,  va  distinto  dal soggettivismo  empirico
          propriamente  detto.  Il soggettivismo morale  è  proprio  di  tutte  quelle  dottrine  che
          negano  l’assolutezza  e  l’indipendenza  dei  valori  etici.  Il soggettivismo  estetico,
          infine, ammette la relatività dei giudizi di gusto, sui quali è quindi inutile disputare,

          non esistendo un criterio oggettivo cui fare riferimento.
          SOGGETTIVITÀ. La qualità di ciò che è soggettivo; l’interiorità della persona, il suo
          carattere specifico di individualità irriducibile a concetto generale. Nel primo e più
          generale  senso  del  termine  si  dice,  per  es.,  che  Galileo,  Cartesio  e  Locke  hanno
          sostenuto  la soggettività  delle  qualità*  secondarie,  che  Berkeley  perviene  alla
          conclusione della soggettività della nozione di spazio, ecc. Si chiamano invece più

          specificamente filosofie della soggettività le varie manifestazioni speculative dello
          spiritualismo  religioso,  caratterizzate  dal  dialogo  interiore,  dalla  posizione  di
          privilegio  accordata  all’interiorità,  rivelatrice  delle  essenze  e  dei  valori. È  un
          atteggiamento di pensiero che ha avuto particolare fortuna nella cultura francese, da
          Cartesio a Malebranche, a Pascal, a Maine de Biran e al biranismo.

          SOGGETTO. Nella filosofia fino a Kant la parola soggetto designa la realtà comunque
          concepita,  in  quanto  a  essa  ineriscono  le  qualità  predicabili.  Tale  significato  è
          evidente  nella  stessa  struttura  etimologica  del  termine,  che  si  è  costituito  in  lat.
          (subiectum) come calco del gr. hypokéimenon (« ciò che sta sotto », che è sotteso
          alle  determinazioni  che  lo  qualificano).  Da  alcuni  scrittori  tedeschi  del XVIII  sec.
          (per es. da Baumgarten) gli aggettivi « soggettivo » e « oggettivo » cominciarono a
          essere  usali  nel  senso  oggi  corrente  di  «  relativo  solo  all’io  »  e  di  «  esistente

          realmente  nelle  cose  ».  Kant  chiama  «  soggetto  »  l’io  come  condizione
          trascendentale  di  ogni  giudizio  possibile:  da  un  lato  resta  fermo  il  significato
          tradizionale (il soggetto è il quid che si manifesta nei pensieri, suoi predicati), ma
          dall’altro  si  compie  qui  l’identificazione  semantica  di  soggetto  con  autocoscienza
          attiva  e  il  termine  assume  così  il  suo  valore  moderno.  L’idealismo,  da  Fichte,  a
          Schelling, a Hegel, a Croce, a Gentile, radicalizza sempre più la nuova accezione,

          qualificando il soggetto come assoluta attività creatrice (Fichte), come sostanza che
   784   785   786   787   788   789   790   791   792   793   794