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seconda guerra mondiale è tornata a fiorire la sociologia di ispirazione cattolica, in
ambienti (come l’università cattolica di Milano) dove la tradizione degli studi
sociologici non era mai stata dei tutto interrotta. Oggi questa corrente può contare su
studiosi di riconosciuto valore, su affermate iniziative editoriali e sulla facoltà
universitaria istituita a Trento, Ha molto contribuito alla ripresa degli studi
sociologici in Italia anche l’attività svolta nell’immediato dopoguerra dal filosofo N.
Abbagnano, dalla cui scuola provengono, direttamente o indirettamente, alcuni dei
più noti sociologi italiani.
Bibliogr.: H. Becker e H. E. Barnes, Social thought from lore to science, Boston
1938; T. Parsons, Theories of society, 2 voll., Nuova York 1961; F. Ferrarotti,
Storia della sociologia, Torino 1962; W. C. Runciman, Social science and political
theory, Cambridge 1963; R. A. Nisbet, The sociological tradition, Nuova York
1966; The founding fathers of social science, a cura di T. Raison, Harmondsworth
1969; R. Aron, Les étapes de la pensée sociologique, Parigi 1967 (trad. it.; Milano
1970); F. Jonas, Storia della sociologia, Bari 1970.
SÒCRATE, in gr. Sōkrátēs, filosofo greco (Atene 469-399 a.C.). Nacque nel demo di
Alopece da Sofronisco scultore e da Fenarete levatrice. Poiché non scrisse nulla, il
suo pensiero è ricostruito sulla base di testimonianze, peraltro non sempre omogenee
e concordi. La più antica di esse è costituita da una commedia di Aristofane, Le
nuvole (423), nella quale il filosofo compare in scena grottescamente sospeso in aria
in un pensatoio. La fonte di gran lunga più importante sono i Dialoghi di Platone, per
i quali tuttavia sussiste la difficoltà di determinare la linea di separazione fra la
genuina eredità socratica e l’elaborazione platonica. Vengono considerati più
attendibili i dialoghi scritti da Platone negli anni immediatamente successivi alla
morte del maestro, e cioè, oltre all’Apologia, il Critone, il Lachete, l’Ippia Minore,
il Carmide, lo Ione, l’Eutifrone, il Protagora, l’Alcibiade Primo e l’Eutidemo. Va
tuttavia tenuto presente che la datazione e la stessa autenticità di alcuni di questi
dialoghi sono controverse. Poco invece servono alla ricostruzione del pensiero di
Socrate gli scritti di Senofonte, e cioè, oltre ai Memorabili, l’Apologia,
l’Economico e il Convito. Di Socrate parla anche Aristotele nella Metafisica e
nell’Etica Nicomachea: il Socrate « scopritore del concetto », infatti, è una
costruzione aristotelica ed è con ogni probabilità il risultato di una forzatura
interpretativa. Testimonianze marginali sono infine fornite da frammenti di opere di
Eschine, di Fedone, di Antistene e di altri socratici minori. Come maestri del
filosofo ateniese le fonti citano Anassagora, Archelao, Prodico e altri.
A quanto si sa Socrate, dopo avere per qualche tempo esercitato il mestiere paterno,
si dette alla « vita filosofica », realizzando la sua vocazione di risvegliatore di
coscienze non nel chiuso di una scuola, ma nelle botteghe, nelle vie e nelle piazze
della città. Sposò Santippe ed ebbe da lei tre figli. Dell’immagine proverbialmente
negativa di questa figura di moglie è responsabile con ogni probabilità la misoginia
della scuola cinica. Quanto alla flgura física di Socrate, le testimonianze descrivono
il filosofo come un uomo robusto, dalla faccia larga e dal naso camuso, abitualmente
scalzo e trasandato nel vestire. Combatté nella guerra di Potidea (432-429), a Delio