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rapporti intersoggettivi, il riconoscimento di obblighi e di norme e il perseguimento

          di fini comuni. In generale nelle teorie filosofiche della società prevale l’intenzione
          normativa, cioè la preoccupazione di stabilire come la società « dovrebbe essere »
          per incorporare certi fini e valori privilegiati; la sociologia è nata invece come «
          scienza  di  osservazione  »  della  realtà  sociale  nella  sua  obiettiva  specificità.  La
          distinzione non va tuttavia presa troppo alla lettera e il modello filosofico è anche
          sempre,  per  un  certo  lato,  descrizione  della  realtà  di  fatto.  La  nozione  di  società

          come legame naturale fra tutti gli esseri umani, legame indipendente dall’ulteriore e
          secondario  rapporto  di  affinità  derivato  dall’eventuale  appartenenza  a  uno  stesso
          gruppo politico, fu propria nel mondo antico della filosofia stoica. Aristotele aveva
          del resto già affermato che lo stesso uso del linguaggio dimostra che l’uomo è un
          essere naturalmente socievole (solo se fosse un bruto o un dio, egli aggiunge, l’uomo
          potrebbe vivere isolato). Nel pensiero greco c’è tuttavia una linea individualistico-
          anarchica, anche se minoritaria, come è attestato dalle posizioni di certa sofistica e

          dal  cinismo:  l’uomo  vive  naturalmente  solo  e  si  associa  o  perché  costretto  dalla
          forza  o  perché  mosso  da  un  calcolo  avveduto  dei  vantaggi  insiti  nel  convivere.
          Tipica  del  contrattualismo,  dottrina  dalla  lunga  storia  e  dalle  molteplici  versioni
          (dalla sofistica a Hobbes, a Locke, a Rousseau), è la postulazione di uno « stato di
          natura  »,  a  cui  sarebbe  succeduto  lo  stato  sociale  per  un  accordo  fra  i  singoli
          variamente  motivato.  Attraverso  il  mito  della  genesi  contrattualistica  l’individuo

          tende a garantire il suo valore preminente e un margine di autonomia rispetto alla
          società. Le opposte dottrine organicistiche, di ispirazione sia naturalistica (Comte,
          Spencer)  sia  idealistica  (Hegel  e  gli  hegeliani),  si  sforzano  invece  di  superare  le
          difficoltà  dell’atomismo  individualistico  teorizzando  l’unità  inscindibile  di
          individuo  e  società,  il  che  per  lo  più  significa  il  dissolvimento  del  primo  nella
          seconda. Su questo piano si incontrano pensatori per altri versi molto distanti: per
          Marx « la mia stessa esistenza è una attività sociale », come per Gentile « immanente

          al  concetto  di  individuo  è  il  concetto  di  società  ».  L’altro  grande  tema  della
          riflessione  filosofica  sulla  società  è  quello  della  relazione  fra  essa  e  lo  Stato.  In
          Hegel lo Stato è il fondamento della « società civile », cioè della economia e dei
          rapporti di classe, mentre Marx ha anche qui operato il ribaltamento: è dall’intreccio
          dei rapporti e delle tensioni della società civile che emerge la sovrastruttura statuale.

          SOCIOLOGÌA.  Scienza dei fenomeni sociali.  Il termine fu coniato da A.  Comte per
          indicare  la  scienza  «  positiva  »  dei  fatti  sociali,  fondata  sull’osservazione  dei
          fenomeni e mirante alla determinazione di connessioni stabili fra essi (le cosiddette
          « leggi »). Per sottolineare il carattere scientifico della nuova disciplina Comte la
          designò  anche  come  «  fisica  sociale  »  e  la  distinse,  sul  modello  della  fisica
          propriamente  detta,  in  statica,  avente  per  oggetto  lo  studio  delle  condizioni  di

          equilibrio  («  ordine  »),  e  in  dinamica,  scienza  delle  leggi  di  trasformazione  («
          progresso ») della società. Chi sostiene che con Comte è nato non solo il termine, ma
          anche la sociologia come disciplina autonoma, non nega ovviamente che la storia del
          pensiero  occidentale  offra  esempi  precedenti  di  indagine  dei  fatti  sociali,  da
          Aristotele a Machiavelli, a Vico, a Montesquieu. È tuttavia indubbio che il progetto
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