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SOPRASENSIBILE  o SOVRASENSIBILE.  Si  dice  di  ciò  che  oltrepassa  il  sensibile  sul

          piano conoscitivo e su quello ontologico. Il primo senso presuppone che esista una
          conoscenza « pura », non contaminata dalle percezioni sensibili; nel secondo senso
          si  dice  dell’oggetto  di  tale  conoscenza,  come  le  idee  platoniche,  le  essenze  della
          fenomenologia, ecc.

          SOREL (Georges), scrittore e uomo politico francese (Cherbourg 1847 – Boulogne-
          sur-Seine,  od.  Boulogne-Billancourt,  Parigi,  1922).  Di  formazione  tecnico-
          scientifica, coltivò la filosofia della scienza, arrivando a una concezione relativistica
          della verità scientifica (Da Aristotele a Marx, 1894; Le preoccupazioni metafìsiche
          dei fisici moderni, 1907). La conoscenza degli scritti di Proudhon e di Marx lo portò
          dall’iniziale liberalismo conservatore (Il processo di Socrate, 1889) al socialismo
          (assidua  collaborazione  alle  riviste Ere Nouvelle  [1894]  e Devenir  Social [1895-

          1897]). Revisionista nei confronti delle interpretazioni schematiche e deterministiche
          allora  prevalenti  nel  movimento  socialista  internazionale  (Saggi  di  critica  del
          marxismo  [1903]  e La  decomposizione  del  marxismo  [1908]),  divenne  presto  il
          principale teorico del sindacalismo rivoluzionario francese ed europeo, soprattutto
          con gli scritti L’avvenire socialista dei sindacati (1898) — in cui sosteneva che il
          proletariato  doveva  sviluppare  autonomamente  le  proprie  capacità  giuridiche  e

          politiche,  liberandosi  da  ogni  direzione  esterna  alla  classe  —  e Riflessioni  sulla
          violenza  (1908).  In  questa  opera  Sorel  esaltava,  accanto  alla  funzione  del  «  mito
          sociale  »,  quella  della  violenza  intesa,  anche  sotto  l’influenza  del  concetto  di  «
          slancio vitale » di  Bergson, come determinazione ad agire e concretantesi, per la
          classe operaia, nello « sciopero generale ».

          Bibliogr.: Scritti politici, a cura di R. Vivarelli, Torino1963; Considerazioni sulla
          violenza, a cura di  E.  Santarelli,  Bari 1970;  H.  J.  Meisel, The genesis of  George
          Sorel. An account of his formative period followed by a study of his influence, Ann
          Arbor 1951; P. Andreu, Notre maître M. Sorel, Parigi 1953 (trad. it.: Roma 1966); I.
          L.  Horowitz, Radicalism  and  the  revolt  against  reason.  The  social  theories  of
          Georges Sorel, Londra 1961.

          SORITE  (gr. sōréitēs,  da sōrós,  mucchio).  Denominazione  del  cosiddetto sofisma
          dell’acervo  o del  mucchio.  È  uno  dei  paradossi  attribuiti  a  Eubulide  di  Mileto,
          filosofo della scuola megarica. Se, dato un mucchio di grano, si sottrae da esso un
          chicco dopo l’altro, si avrà il mucchio fino al momento in cui si dirà, tirando via un
          chicco, che quello che resta non è più un mucchio, ammettendo così che quello che «
          fa essere » il mucchio è un elemento singolo di esso. Questa riducibilità del mucchio

          a  uno  solo  dei  suoi  componenti  era  per  i  megarici  una  delle  tante  prove
          dell’impossibilità del discorso scientifico.
          SORLEY  (William  Ritchie),  filosofo  inglese  (Selkirk  1855  -  Cambridge  1935).
          Professore di filosofia morale a Cambridge (1900-1933), ispirò la sua ricerca alla

          neokantiana  «  filosofia  dei  valori  »  e  in  particolare  al  Rickert,  sostenendo  in
          polemica  con  il  positivismo  l’esistenza  di  un  mondo  oggettivo  di  valori,
          qualitativamente  distinto  dalla  realtà  naturale.  Opere  principali: Sull’etica  del
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