Page 808 - Dizionario di Filosofia
P. 808

STOICISMO. Dottrina della scuola filosofica fondata da Zenone di Cizio. Essa prese

          questo nome verso la fine del IV sec. a.C. perché aveva sede nella Stoà Pecile o «
          Portico dipinto » ad Atene. Nei sei secoli di vita del movimento si distinguono tre
          fasi: l’antica stoà (secc. III-II a.C.), dominata dalle personalità di Zenone, di Cleante
          di Asso e di Crisippo di Soli, che fu chiamato il « secondo fondatore » della scuola;
          l a media  stoà  (secc. II-I  a.C.),  caratterizzata  dalla  mitigazione  del  rigorismo
          originario attraverso apporti di varia provenienza, dal platonismo all’aristotelismo e

          all’epicureismo  (è  il  periodo  in  cui  lo  stoicismo,  rappresentato  dalle  personalità
          eminenti di Panezio di Rodi e di Posidonio di Apamea, entra nel mondo culturale
          romano);  la nuova  stoà  (secc. I-III  d.C.),  che  abbandona  le  tendenze  eclettiche
          precedenti e si ricollega con il pensiero dei fondatori, manifestando tuttavia in alcuni
          casi  una  sensibilità  religiosa  sconosciuta  ai  primi  maestri  (le  figure  più
          rappresentative  di  questa  fase,  Seneca,  Epitteto  e  Marco Aurelio,  emergono  dallo
          stoicismo romano).

          La  relazione  fra  le  tre  parti  della  filosofìa,  la logica,  arte  del  pensare  e  del
          discorrere bene e includente quindi gnoseologia, dialettica e retorica, la fisica, esatta
          cognizione delle cose, e l’etica, arte del vivere bene, era resa evidente dagli stoici
          con il paragone dell’uovo: la logica è il guscio, la fisica la chiara e l’etica il tuorlo.
          Secondo  la  logica  stoica  tutte  le  conoscenze  umane  derivano  dalle  impressioni
          lasciate  sui  sensi  dalle  cose.  L’iniziativa  del  soggetto  e  la  possibilità  dell’errore

          intervengono con l’assenso, il quale deve essere quindi concesso solo quando si è al
          cospetto di una « rappresentazione afferrante » (fantasia* catalettica). l’evidenza
          con cui l’oggetto si impone è l’unico criterio di verità. Depositandosi nella memoria
          e  accumulandovisi,  le  impressioni  fungono  da  «  anticipazioni  »  e  da  «  nozioni
          comuni » e rendono possibile il ragionamento.
          Il  pensiero,  manifestazione  dell’attività  dell’«  egemonico  »  (anima),  consiste  nel
          collegare ogni impressione con le rappresentazioni « catalettiche » tesaurizzate nella

          memoria. La fìsica stoica deriva dall’intuizione eraclitea del fuoco forza produttiva e
          ragione  ordinatrice,  anima  posta  all’interno  del  grande  corpo  cosmico.  Nel  logos
          universale tutte le cose hanno la giustificazione del loro essere e la propria « ragione
          seminale  »  (lógos  spermatikós).  Il  logos  è  legge  immutabile  e  al  tempo  stesso
          provvidenza (prónoia) e la necessità è razionale predisposizione entro la quale il

          destino  del  singolo  trova  una  positiva  collocazione.  L’universo  scaturito  dalla
          tensione del logos-fuoco e della materia chiude ogni fase della sua esistenza nella
          conflagrazione universale e toma a vivere in necessari cicli identici perennemente
          ricorrenti  (eterno  ritorno).  L’etica  stoica  si  fonda  sul  principio  che  l’uomo  è
          partecipe della ragione universale e portatore di una scintilla del fuoco eterno. Ciò
          che  impedisce  l’adeguamento  della  condotta  alla  razionalità  sono  le  passioni,
          subendo le quali l’uomo per debolezza di giudizio si sottomette al contingente. La
          virtù consiste nel vivere con « coerenza » (homología), scegliendo sempre ciò che è

          « conveniente » alla propria natura di essere razionale. Nello stato di assenza delle
          passioni (apatia) quello che poteva apparire come male e dolore si palesa come un
          punto  positivo  e  necessario  del  disegno  della  provvidenza  universale.  Il  saggio
   803   804   805   806   807   808   809   810   811   812   813