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condiviso.

          STORICISMO. L’orientamento di pensiero che concepisce il reale come storia, e cioè
          come processo di autoformazione, e tende per lo più all’identificazione del fatto con
          il valore. Il termine è di origine piuttosto recente, mentre l’atteggiamento mentale che
          esso  designa  è  ritenuto  da  alcuni  una  delle  costanti  dello  spirito  umano  ed  è

          comunque di certo molto anteriore al suo attuale segno linguistico. Il concetto, per
          quanto  variamente  caratterizzato,  include  sempre  le  note  della  continuità  (ogni
          momento del processo storico è « gravido » dei successivi) e della dinamicità del
          reale. Secondo C. Antoni il termine (ted. Historismus) compare per la prima volta
          (1879)  in  uno  studio  vichiano  dello  storico  tedesco  della  filosofia  K.  Werner.
          Successivamente  il  neologismo  fu  per  lo  più  usato  in  senso  negativo,  come
          equivalente  di  «  relativismo  ».  Così  il  Menger,  capo  della  scuola  marginalista
          austriaca  di  economia,  accusava  (1884)  di  storicismo  lo  Schmoller  e  la  scuola

          storica,  che  riduceva  la  scienza  economica  a  pura  registrazione  dei  fatti.
          Analogamente fra i teologi luterani agli inizi del XX sec. erano giudicati colpevoli di
          storicismo quelli che applicavano i metodi profani della critica storica allo studio
          della  Rivelazione.  Il  termine  assunse  tutta  la  sua  ricchezza  di  significato  e  la  sua
          rilevanza  problematica  in  uno  scritto  del  Troeltsch  pubblicato  nel  1922.  Per  lo

          storico e teologo tedesco « storicista » è colui che tira tutte le conseguenze dal detto
          che « la verità è figlia del tempo » (veritas filia temporis), detto di cui  Bruno e
          Bacone  avevano  intuito  tutta  la  forza  rivoluzionaria.  Ma  se  la  relativizzazione
          storicistica è il carattere tipico di tutto il pensiero moderno, si deve riconoscere, a
          giudizio del Troeltsch, che l’abbandono di ogni sistema di riferimento assoluto non è
          fatale solo per la teologia: esso è alla base dello smarrimento e della confusione che
          caratterizzano la nostra civiltà. Per lo storico tedesco F. Meinecke (1862-1954) lo
          storicismo è una grande conquista dello spirito germanico, che si è liberato con esso

          dalla  servitù  illuministica  e  giusnaturalistica.  Come  franco  riconoscimento  del
          realismo  politico  e  dell’etica  della  potenza  lo  storicismo  tedesco  ha  avuto  per
          antenati,  sempre  secondo  il  Meinecke,  il  Machiavelli  e  i  teorici  italiani  della  «
          ragion di Stato ». Per parte sua il pensiero romantico tedesco presenta come esigenza
          caratterizzante quella dell’identificazione dell’ideale e del reale, dell’infinito e del

          finito. La versione dello storicismo realizzata dall’idealismo italiano ha dietro di sé
          questi antecedenti e questa tradizione problematica. Il Croce, che fino al 1933 usò il
          termine « istorismo » in senso polemico e negativo, giunse solo nel 1939 a definire
          la sua filosofia come « storicismo assoluto », punto di arrivo di quel processo verso
          l’immanentismo  rigoroso  nel  quale  è  coinvolta  a  suo  giudizio  tutta  la  filosofia
          moderna. Il relativismo nazionalistico di Meinecke e quello « epocale » di Dilthey e
          dei  suoi  seguaci  vengono  superati  in  tutte  le  forme  di  storicismo  di  ispirazione

          hegeliano-romantica con il ricorso all’assoluto come unico protagonista della storia.
          Il discorso può valere anche per il marxismo, a prescindere dalla varietà delle sue
          molteplici versioni.  Il nodo filosofico dello storicismo resta ancora quello di una
          reale  conciliazione  dell’individualità  e  della  storicità  (la  quale  ultima  non  può
          coincidere  con  l’atemporale  dispiegamento  dell’assoluto)  con  una  concezione  non
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