Page 812 - Dizionario di Filosofia
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relativistica del valore.
Bibliogr.: F. Meinecke, Le origini dello storicismo, Firenze 1954; W. Dilthey,
Critica della ragione storica, a cura di P. Rossi, Torino 1954; G. Lukács, La
distruzione della ragione, Torino 1959; P, Rossi, Storia e storicismo, Milano 1960;
E. Cassirer, Storia della filosofia moderna, vol. IV, Torino 1958; P. Rossi, Lo
storicismo tedesco contemporaneo, Torino 1971.
Sullo storicismo e la sua problematica attuale si veda il saggio di P. A. Rovatti
nella I parte di questo Dizionario.
STRATÓNE di Lampsaco, in gr. Strátōn, filosofo greco (Lampsaco - † 270-268
a.C.). Discepolo di Teofrasto e suo successore nella direzione dei Liceo, di cui fu
scolarca dal 288 fino alla morte, fu detto « il fisico » per la sua predilezione per le
ricerche naturalistiche. Dalla testimonianza di Diogene Laerzio, che cita i titoli di
numerose sue opere, note a noi solo per scarsissimi frammenti, risulta che Stratone
inclinò, sotto l’influenza del pensiero di Democrito, a una versione immanentistica e
antifinalistica dell’aristotelismo. Negava perciò l’esistenza delle forme, del motore
immobile e delle cause finali e concepiva la natura come regolata da un
determinismo cieco e l’individuo condizionato da forze e qualità puramente fisiche,
quali il peso, il movimento, il caldo e il freddo. La sua dottrina gnoseologica, in
conformità a tali premesse, tendeva al sensismo e riduceva i concetti al loro segno
verbale (nominalismo). Alcuni filologi moderni ritengono opera di Stratone alcune
trattazioni incluse nel corpus aristotelico, come per es. il IV libro delle Meteore.
Leopardi mostra di considerare Stratone un rappresentante emblematico
dell’immanentismo classico, intitolando la sua più rigorosa professione di
materialismo Frammento apocrifo di Stratone di Lampsaco.
Bibliogr.: I testi sono raccolti da F. Wehrli, Die Schule des Aristoteles. Texte und
Kommentar, vol. 5°, Basilea 1950; su S. d. L.: G. Rodier, La physique de Straton de
Lampsaque, Parigi 1890; H. Diels, Ueber das physikalische System des Straton, «
Sitzungsberichte der Berliner Akademie der Wissenschaften », 1893; W. Jaeger, Das
Pneuma im Lykeion, « Hermes », 1913.
STRAUSS (David Friedrich), teologo e filosofo tedesco (Ludwigsburg 1808-1874).
Discepolo di Hegel e di Schleiermacher, fu chiamato a insegnare nell’università di
Tubinga. Nel 1835 pubblicò una Vita di Gesù criticamente elaborata, in cui,
rifiutando tutto ciò che nel Cristo non è riducibile a filosofia o a storia, ne
dissolveva la figura in un « mito », proiezione dell’attesa messianica. Lo scandalo
provocato dalla pubblicazione costò allo Strauss il posto d’insegnante; anche il
cantone di Zurigo rifiutò subito dopo di accettare la sua nomina all’università di
quella città (1839). Ciò non gli impedì di continuare la sua opera critica nei riguardi
dei fatti e delle dottrine cristiane con il Dogma cristiano (1841) e Il Cristo della
fede e il Cristo della storia (1865), opere che come la prima ebbero grande