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diffusione e risonanza anche al di fuori della cultura tedesca. Con La vecchia e la
nuova fede (1872) ruppe definitivamente con il cristianesimo, proclamando la sua
fede nel progresso dell’umanità. Rappresentante fra i più insigni della « sinistra
hegeliana », con la sua opera Strauss costituì un punto di svolta nella storia degli
studi biblici e dell’ateismo moderno in generale.
Bibliogr.: Gesammelte Schriften, a cura di E. Zeller, 12 voll., Bonn 1876-1878; altri
documenti in: A. Hausràth, Strauss und die Theologie seiner Zeit, 2 voll.,
Heidelberg 1876-1878; in italiano un’antologia di testi di S. in: La sinistra
hegeliana, a cura di K. Löwith, Bari 1966; in generale sulla sinistra hegeliana: K.
Löwith, Da Hegel a Nietzsche, Torino 1969; E. Rambaldi, Le origini della sinistra
hegeliana. Heine, Strauss, Feuerbach, Bauer, Firenze 1966; su S.: K. Barth, D. F.
Strauss als Theologe, Zurigo 1948; G. Backhaus, Kerygma und Mythos bei D. F.
Strauss und R. Bultmann, Amburgo-Bergstedt 1956.
STRUMENTALISMO. La particolare interpretazione data da J. Dewey alla gnoseologia
pragmatistica, secondo la quale le idee e il pensiero in genere sono strumenti per
l’adattamento dell’esperienza alle esigenze pratico-vitali dell’uomo. (V. anche
PRAGMATISMO.)
STRUTTURA. Il termine designa in genere la qualità di un insieme nel quale le parti
sono modificate dal fatto della loro appartenenza al tutto. Essenziali al concetto di
struttura sono le note di interdipendenza e di finalità interna. Esso è perciò affine a
quello di « organismo », se si elimina da questo ogni implicazione dinamica e
funzionale: in altre parole, in quanto struttura l’organizzazione di un insieme è
considerata sotto il puro profilo della statica delle interrelazioni. Per Marx la
struttura di una società è costituita dall’insieme dei rapporti di produzione e riflesso
mediato di essa è la sovrastruttura ideologico-giuridica. Il concetto di struttura,
saldamente impiantatosi nella teoria linguistica dopo F. de Saussure,
nell’antropologia culturale dopo il Lévi-Strauss, nella gnoseologia e filosofia
attraverso Brentano, Meinong, Dilthey e l’esistenzialismo (in particolare in Italia con
l’Abbagnano), è divenuto nella cultura contemporanea la categoria fondamentale
anche di altre « scienze umane », quali la sociologia, l’estetica e la critica letteraria.
Esso tuttavia ha assunto soprattutto nella psicologia, e particolarmente in Germania a
partire dal 1910, la funzione di prospettiva metodologica radicalmente innovatrice.
Per la Gestaltpsychologie (« psicologia della forma ») ogni contenuto psichico è un
insieme le cui parti assumono proprietà differenti a seconda delle varie unità in cui
sono inserite, si tratti del particolare di un volto, di una linea in una figura
geometrica, di una nota in una melodia, di un concetto in una argomentazione. Viene
così rifiutato l’associazionismo*, con la sua ipotesi della combinazione di elementi
semplici e invariabili (sensazioni, percezioni, immagini, ecc.) in forza delle leggi
della semplice contiguità, e ai legami di origine estrinseca viene contrapposta
l’organizzazione. la quale nelle strutture o « forme » (Gestalten) deriva dalle
relazioni interne degli elementi dell’insieme e dalle leggi del loro equilibrio. Tali
leggi sono concepite da alcuni come valide unicamente nell’ambito dei fenomeni
psichici (Krüger), mentre altri ne estendono l’applicazione alla vita organica e ad