Page 768 - Dizionario di Filosofia
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maestri di Marco Aurelio, scrisse un’opera di morale in cinque libri, pubblicata per

          la prima volta da Henri Estienne.
          SESTO Empìrico, in gr. Séxtos ho Empeirikós, filosofo, astronomo e medico greco,
          così  soprannominato  perché  in  medicina  respingeva  le  costruzioni  teoriche  e
          accettava  come  unica  guida  l’esperienza  (II-III  sec.  d.C.).  Nacque  molto

          probabilmente a Mitilene e visse ad Alessandria e ad Atene. È uno dei rappresentanti
          più  notevoli  dell’ultimo  scetticismo  greco,  che  si  ricollega  direttamente alle  tesi
          classiche  di  Pirrone.  Il  suo  pensiero  filosofico  è  esposto  in  due  opere,  che  sono
          pervenute: Ipotiposi pirroniane (« lineamenti » o « schizzi » ispirati a Pirrone), in
          tre libri, e Contro i matematici (Pròs mathēmatikús), in undici libri (i « matematici
          »  sono  coloro  che  ammettono  l’oggettività  del  contenuto  insegnabile,  in  gr.
          máthēma). In questa ultima, Sesto denuncia nei primi sei libri le pretese infondate

          dei  grammatici,  dei  maestri  di  retorica,  degli  studiosi  di  geometria,  aritmetica,
          astronomia e musica, e attacca poi negli altri cinque (Pròs dogmatikús) i « dogmatici
          », cioè i sostenitori del fondamento oggettivo della logica, della fisica e dell’etica.
          Secondo Sesto ogni ragionamento dimostrativo, e in particolare il sillogismo, poggia
          su un « circolo vizioso » (la premessa include già surrettiziamente quello che poi
          figura  come  conclusione);  il  concetto  di  causa  è  contraddittorio;  la  nozione  della

          divinità  elaborata  dalle  varie  filosofie  implica  numerose  incongruenze,  ecc.  Per
          conseguenza  il  solo  atteggiamento  coerente  sta  nell’accettare  i  dati  immediati
          dell’esperienza, restando sempre aperti alla ricerca e lasciandosi guidare solo dalle
          esigenze della vita pratica. Poiché Sesto cita e discute quasi tutti i filosofi che lo
          hanno preceduto, la sua opera è una fonte preziosa per la storia della filosofia greca.

          Bibliogr.: In italiano: Schizzi pirroniani, a cura di O. Tescari, Bari 1926; su S. E.,
          oltre ai testi contenuti nella bibliografia della voce scetticismo, sono da segnalare i
          sgg.:  P.  Couissin, La critique du réalisme des concepts chez Sextus Empiricus, «
          Revue d’histoire de la philosophie », 1927; W. Heintz, Studien zu Sextos Empirikos,
          Königsberg  1932;  R.  M.  Chisholm, Sextus  Empiricus  and  modern  empiricism,  «
          Philosophy of Science », 1941.

          SETH PRINGLE-PATTISON (Andrew), filosofo scozzese (Edimburgo (1856 - Selkirk
          1931).  Insegnò  logica  e  metafisica  all’università  di  Edimburgo  (1880-1883),  a
          Cardiff (1883-1887), a Saint Andrews (1887-1891) e infine di nuovo a Edimburgo
          (1891-1923). Appartenente al neohegelismo inglese, si mosse entro una problematica
          affine  a  quella  di  Bradley  e  di  Bosanquet  e  tentò  di  far  valere  contro  la  totalità

          dell’assoluto le esigenze del singolo come persona, approdando a una sua versione
          dello spiritualismo teistico. Opere principali: Lo sviluppo da Kant a Hegel (1882),
          Hegelismo e personalità  (1887), Il posto dell’uomo nel cosmo  (1897), L’idea di
          Dio alla luce della recente filosofia (1917).

          Sette  sapienti  o Sette  savi  o Sette  saggi  (in  gr. hoi  heptà  sophói),  cerchia  di
          personaggi vissuti fra il VII e il VI sec. a.C. ai quali fu attribuita in epoca successiva
          la paternità di sentenze divenute patrimonio della saggezza popolare. Il primo elenco
          dei Sette  sapienti  compare  nel Protagora  di  Platone  e  annovera  Talete,  Biante,
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