Page 765 - Dizionario di Filosofia
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- 354 a.C.). Sulla sua giovinezza si hanno solo notizie varie e contrastanti fin verso il

          404 a.C. quando egli, giovane aristocratico, figlio di Grillo e di Pandora, entrò nel
          numero dei discepoli di Socrate. Nel 401, su invito dell’amico Prosseno, seguì, in
          qualità di osservatore, i mercenari greci assoldati da Ciro il Giovane in lotta con il
          fratello  Artaserse  II.  Le  vicende  relative  a  questa  spedizione  sono  esposte
          nell’Anabasi.
          Delle  numerose  opere  pervenute  con  il  nome  di  Senofonte  hanno  particolare

          importanza  le  opere  filosofiche  rievocanti  la  personalità  e  l’insegnamento  di
          Socrate: Apologia di Socrate, I Memorabili di Socrate, che in quattro libri riportano
          le discussioni di Socrate, presentato come uomo pio e soprattutto sollecito del bene
          della  patria, Economico, Convito.  Spirito irrequieto e curioso, aperto alle attività
          speculative come a quelle pratiche,  Senofonte si occupò di storia, di filosofia, di
          economia, di politica e soprattutto di arte militare.

          Bibliogr.: I detti memorabili, il Convito, l’Apologia di Socrate e l’Economico, sono
          disponibili  in  traduzione  italiana  a  cura  di  R.  Laurenti,  Padova  1961.  Su  S.:  J.
          Luccioni, Les idées politiques et sociales de Xénophon, Parigi 1947; V. Longo, «
          Anér ophélimos ». Il problema della composizione dei « Memorabili di Socrate »
          attraverso lo scritto di difesa,  Genova  1959;  E.  Delebecque, Essai sur la vie de

          Xénophon, Parigi 1957.
          SENSAZIONE. In senso psicofisico, registrazone da parte della corteccia cerebrale di
          uno stimolo proveniente da un recettore periferico. La sensazione, considerata una
          esperienza  elementare  dovuta  unicamente  alle  variazioni  di  stato  di  un  recettore
          opportunamente  stimolato,  rappresenta  una  delle  componenti  fondamentali  della
          percezione.

          • Se la sensazione sia o non sia una testimonianza attendibile della realtà che per il
          suo  tramite  si  rivela,  e  quale  valore  vada  comunque  attribuito  a  tale  realtà,  sono
          questioni  già  largamente  dibattute  nel  pensiero  greco.  L’antitesi  di  ragione  e
          sensibilità è un motivo tipico, ma certo non esclusivo, di Parmenide e della scuola
          eleatica. Platone nel Fedone pone come compito propedeutico della filosofia quello

          di educare l’anima a « non cercare la verità con gli occhi, con gli orecchi e con gli
          altri sensi ». Democrito distingue le sensazioni che adeguano aspetti oggettivi delle
          cose  da  quelle  che  sono  solo  modificazioni  soggettive,  inaugurando  quella  teoria
          delle qualità primarie e secondarie che avrà così lunga fortuna.  Sulla coincidenza
          della  sensazione  con  la  realtà  dell’oggetto  di  essa  è  fondata  sostanzialmente  la
          gnoseologia di Aristotele. La canonica degli epicurei ha come criterio fondamentale
          quello della necessaria verità di tutte le sensazioni: il bastone immerso nell’acqua è
          visto  davvero  come  spezzato  ed  erronea  è  solo  la  successiva  presunzione  («

          l’opinione ») che a quella sensazione visiva debba accompagnarsi necessariamente
          una determinata sensazione tattile.
          Peraltro con Cartesio il termine sensazione acquista nell’uso filosofico il significato
          più  tecnico  e  specifico  di  modificazione  del  soggetto  considerata  solo  nella  sua
          qualità di fatto interno a esso. Nell’ambito della sensazione in quanto tale non sorge

          perciò ancora il problema della validità della conoscenza: la sensazione è per sua
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